Sull’onda della Primavera araba e nel momento in cui i movimenti non violenti sono al centro dell’attenzione in Ucraina, Tailandia, Brasile e altre parti del mondo, quattro persone ricevono oggi un importante riconoscimento per la non violenza.
I James Lawson Awards prendono il nome da James Lawson in persona, leader del movimento statunitense per i diritti civili che ha guidato negli anni Sessanta i sit-in a Nashville, e che Martin Luther King Junior ha definito “il massimo teorico e stratega della non violenza nel mondo”.
Il prestigioso premio va così tra gli altri a Kumi Naidoo, attivista sudfaricano per i diritti umani e direttore esecutivo di Greenpeace International dal 2009. Naidoo è stato attivista e leader nella lotta contro l’apartheid in Sud Africa, e come direttore esecutivo di Greenpeace International ha continuato ad essere personalmente coinvolto in azioni non violente per la difesa dell’ambiente. Nel 2011 Kumi, insieme ad un altro attivista di Greenpeace, ha scalato una piattaforma petriolifera al largo della costa della Groenlandia mentre l’equipaggio a bordo cercava di respingerli usando cannoni ad acqua. Kumi era entrato in azione per spingere Cairn – la compagnia petrolifera scozzese – a interrompere le trivellazioni.
La battaglia di Greenpeace contro le trivellazioni petrolifere prosegue oggi nell’Artico come nel Mediterraneo: la nave Rainbow Warrior arriverà infatti la prossima settimana in Italia per un tour contro il ricorso alle fonti fossili.
Gli altri premiati con il James Lawson Award sono:
– Yorm Bopha, una giovane donna a capo di un movimento di lotta per i diritti legati alla terra in Cambogia.
– Howard Clark, pacifista radicale, attivista non violento e ricercatore a capo dell’associazione War Resisters International (WRI).
– Jacques Sémelin, professore e ricercatore di Scienze Politiche presso l’università di Parigi, autore di molte pubblicazioni scientifiche sull’uso della resistenza civile.
“Questi premi mostrano come tutte le persone comuni possano combattere l’oppressione organizzandosi e mobilitandosi in modo non violento per far valere i propri diriti”, ha dichiarato Hardy Merriman, vice presidente del Centro Internazionale sui conflitti non violenti, che organizza i Lawson Awards. “Ognuno di questi attivisti e ricercatori ha influenzato altre persone, fatto pressione su poteri forti, e dimostrato che la resistenza civile è una forza potente che continuerà a forgiare il futuro dell’umanità.”