E’ semplicemente spaventosa l’attuale condizione nella quale l’Umanità si trova imprigionata, presa in ostaggio da un pugno di leaders politici, che credono ancora nella “deterrenza” fondata sulla massima capacità devastatrice: una condizione creata dalla minaccia degli arsenali nucleari, distribuiti tra i nove Stati “detentori”, e contenenti circa 20.000 testate, con un potere distruttivo di 600.000 (sì, seicentomila !) bombe di Hiroshima, equivalenti a circa 1300 kg di esplosivo convenzionale (TNT) per ogni essere umano !
L’olocausto nucleare definitivo potrebbe essere scatenato da calcoli politici folli, ma potrebbe avvenire persino per errore o per caso, sapendo che circa 2.000 di queste bombe sono in stato permanente di massima allerta, montate su dei missili pronti a essere lanciati nel giro di 15 minuti, e tenuto anche conto dei fallibili software di comando, controllo e comunicazione.
E’ soprattutto per evitare questo assurdo e terrificante rischio della “guerra nucleare per errore”, che devono essere eliminate, senza se e senza ma, tutte le armi nucleari.
Ma va sottolineato che tale scopo non può essere ottenuto con le sole iniziative di vertice in sede ONU e/o con i vari percorsi di colloqui intergovernativi. E’ vero che un percorso nuovo e carico di speranze concrete è stato da poco aperto con l’iniziativa internazionale sulle “conseguenze umanitarie delle armi nucleari“, in un primo tempo alla Conferenza di Oslo (nel marzo 2013) e poi a quella di Nayarit (Messico) nel febbraio del 2014. E’ un percorso che si aggiunge alle tradizionali sessioni quinquennali per l’attuazione del Trattato di non proliferazione nucleare o, ancora, alle riunioni per la creazione di zone continentali o semi-continentali libere dalle armi nucleari, tipo quella che una conferenza già prevista nel 2012 avrebbe dovuto stabilire in Medio Oriente e che ora si stenta persino a collocare in agenda. Certo, queste iniziative, in particolare il nuovo approccio umanitario, sono senz’altro positive: esse resteranno però insufficienti in assenza di un coinvolgimento forte della società civile.
Le prese di posizione per bandire la “Bomba” dovrebbero coinvolgere tutti gli ambiti di lavoro e di vita, varcando ogni frontiera, unendo credenti di tutte le fedi e non credenti, mettendo in primo piano la comune umanità di tutti, come già ci invitava a fare lo storico appello di Albert Einstein e Bertrand Russell più di mezzo secolo fa.
E’ un’urgenza, quella del disarmo nucleare totale, di priorità assoluta, che è responsabilità di tutti affrontare e risolvere. Come ebbe a dire JF Kennedy : “Occorre eliminare queste armi mostruose prima che esse ci eliminino”. La responsabilità della nostra generazione è quella di impedire un crimine immenso, irreparabile, assoluto, cui ci richiama il recente ed accorato monito di Stéphane Hessel ed Albert Jacquard, due grandi personalità pacifiste appena scomparse, quale un testamento, nel loro ultimo libro : “EXIGEZ ! un désarmement nucléaire total”.
Solo se saremo capaci di metterci insieme, di agire localmente e fare rete globalmente, di portare in campo la forza unitaria dei popoli e dell’unità popolare, di imporre ai governi le trattative e gli accordi sulla base della fiducia reciproca che mai hanno veramente condotto, riusciremo, con la denuclearizzazione, ad assicurare un futuro alla vita umana su questo Pianeta. Dobbiamo fare in modo che emerga un vero e proprio tabù riconosciuto e codificato contro l’uso dell’arma nucleare e quindi del suo stesso apprestamento, così come siamo stati capaci di fare con le armi chimiche, verso le quali il profondo orrore morale che suscita l’idea del loro impiego ha portato al loro bando giuridico assoluto, sancito dal diritto internazionale.
Noi sottoscritti, avendo preso atto delle conclusioni della conferenza di Nayarit (Messico), in previsione del nuovo appuntamento lungo lo stesso percorso “umanitario” previsto in Austria per l’8 e il 9 dicembre 2014, lanciamo al governo italiano un appello per la prosecuzione coerente dell’impegno e della lotta per la messa al bando delle armi nucleari. Appello questo che raggiunge e sostiene quello internazionale della più vasta campagna ICAN (International Campaign to Abolish Nuclear Weapons).
In questo “percorso umanitario” verso il disarmo nucleare l’Italia potrebbe svolgere un ruolo più che attivo, possibilmente trainante, per conseguire in sede internazionale una conquista di civiltà universale, un baluardo nella lotta per il progresso della forza del diritto che subentra al diritto della forza, molto più fondamentale di altri già incardinati per merito della nostra azione diplomatica (si pensi alla moratoria sulla pena di morte o alla Corte penale internazionale).
Esigiamolo, questo disarmo e otteniamolo subito per dare una reale opportunità, mediante la continuazione del flusso della vita e del progresso sociale, alla pace nella giustizia: quel sogno collettivo di fratellanza che da sempre è nel cuore del genere umano.
Primi firmatari del testo che ha recepito i suggerimenti di Michele Di Paoloantonio: Mario Agostinelli (Energia Felice) – Luigi Mosca (Armes nucléaires stop) – Alfonso Navarra (Campagna OSM-DPN) – portavoci di “ESIGIAMO il disarmo nucleare totale” – Antonia Sani (WILPF Italia – Lega internazionale di donne per la pace e la libertà – Daniele Santi (Senzatomica) – Emanuele Patti (ARCI Milano) – Antonio Pizzinato (ANPI Lombardia) – Laura Tussi (Progetto “Per non dimenticare Nova Milanese e Bolzano”) – Peacelink, Laura Greco (A Sud) – Manlio Giacanelli (IPPNW Italia) – Alex Zanotelli – Alberto L’Abate – Matteo Soccio – Maria Luisa Gizzio – Lidia Menapace – Domenico Gallo – Daniela Padoan – Massimo Aliprandini – Luciano Zambelli – Giovanna Pagani.
Deputati e Senatori aderenti: Robetto Cotti, Giulio Marcon, Giuditta Pini, Giorgio Zanin, Donatella Duranti, Paolo Bolognesi
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