Si è trattato di una iniziativa politicamente e culturalmente molto significativa, capace di unire forze politiche e sociali su una piattaforma unitaria e parole d’ordine, come si sarebbe detto una volta, ampiamente condivise e, soprattutto, in grado di rappresentare una presenza pubblica, concreta e visibile, in azione contro la minaccia di guerra e destabilizzazione che i nuovi venti del fascismo e dell’imperialismo stanno portando, drammaticamente, nel cuore stesso del continente europeo.
Con questo spirito si è svolto il presidio antifascista sotto il Consolato Ucraino a Napoli, lo scorso venerdì 9 maggio, per l’intera mattinata, dalle 10.30 alle 14.30, un presidio che a buona ragione si potrebbe definire “non usuale”, lontano da quella connotazione tradizionale di una presenza di piazza puramente testimoniale, assai simile invece ad un vero “spazio aperto”, ricco di bandiere, di slogan e di contenuti, grazie al quale una piazza algida e funzionale, come quella del Centro Direzionale di Napoli, si è trasformata in un luogo di incontro e di informazione con i cittadini e le cittadine, animato da un volantinaggio itinerante, arricchito da continui dialoghi con le persone, accompagnato da immagini e suoni che hanno fatto da sfondo, nell’ampia piazza, alla bella rassegna.
Tra i motivi del successo, per nulla scontato, dell’iniziativa, il fatto di essere auto-organizzata, da attivisti della galassia antimperialista partenopea, e quindi aperta alla partecipazione di tutti quanti si riconoscessero nella piattaforma (albainformazione.wordpress.com/2014/05/08/torna-il-fascismo-e-l) e nelle parole d’ordine; e, conseguentemente, il fatto di essere concepita come un luogo plurale, senza pretese di egemonia tra i soggetti promotori e, finalmente, con la possibilità e la libertà di portare ciascuno il proprio simbolo e la propria bandiera e, tutti insieme, le bandiere delle realtà e degli stati che rappresentano luoghi significativi dell’opposizione all’imperialismo atlantico, oggi la minaccia più grave per la democrazia in Europa e il responsabile più grande della guerra in Ucraina.
Non a caso, l’iniziativa ha visto la partecipazione di oltre sessanta attivisti, provenienti dalle esperienze di solidarietà internazionale e dei Corpi Civili di Pace, della lotta contro l’imperialismo e contro la guerra, della Rete Nowar di Napoli e della Associazione ALBA, del Comitato BDS Campania e dei collettivi, fino alle realtà politiche organizzate, che hanno stretto in un abbraccio quei cittadini ucraini che si sono uniti al presidio, partecipando attivamente al suo svolgimento, per condividere il proprio orrore per le violenze perpetrate dalla giunta golpista di Kiev, specie nell’Est e nel Sud del Paese, e per rivendicare il proprio attaccamento alla democrazia e per la pace.
Il presidio ha rappresentato anche una risposta immediata e concreta alla tragedia del massacro di Odessa. Lo scorso 2 maggio, all’indomani della Giornata dei Lavoratori, a Odessa, 112 vittime innocenti, in gran parte lavoratori, sindacalisti, comunisti, sono morti per mano di gruppi di estrema destra, che hanno messo a ferro e fuoco il Palazzo dei Sindacati. Da oltre una settimana, la giunta golpista sostenuta dagli Stati Uniti e dall’Unione Europea ha messo sotto assedio Slaviansk, nel Donetsk, inviando i carri armati contro il proprio popolo, che da settimane reclama diritti e auto-determinazione, in un Paese sconvolto e vessato dalle violenze fasciste di Pravj Sektor e Svoboda.
Violando palesemente il diritto e la giustizia internazionale, le cancellerie europee si sono affrettate a riconoscere e finanziare un governo illegittimo, imposto dai paramilitari di piazza Maidan, e composto da ministri che si richiamano apertamente all’ideologia nazista, sostenuti da settori reazionari ed oligarchi corrotti. In nome della “sovranità” ed “integrità territoriale” dell’Ucraina, l’UE, in primis la Germania, gli USA e la NATO mirano a inglobare il Paese nella propria sfera di affari e stringere d’assedio la Russia, minacciata nel suo confine occidentale dall’espansionismo della NATO, e i cittadini russofoni, aggrediti e uccisi in veri e propri pogrom. Per questo il presidio ha voluto tenere alta l’attenzione sul ritorno del fascismo e della guerra nel cuore dell’Europa.
Il presidio, infine, si è “aggiornato” con la promessa, per tutto il movimento napoletano antifascista ed antimperialista, di continuare la mobilitazione per l’Ucraina Antifascista anche in altre città italiane. Il 13 maggio la mobilitazione continua a Roma con un presidio presso la sede della UE.