Un matrimonio tardizionale; foto Thant Zin Myint
Cento organizzazioni di donne e gruppi etnici e religiosi hanno firmato un documento che invita il presidente U Thein Sein ed il parlamento birmano a lasciar cadere la proposta di legge per imporre restrizioni a matrimoni interreligiosi nel paese.
Il documento, pubblicato ieri, sostiene che gli argomenti contro il matrimonio interreligioso hanno il solo scopo di provocare una “distrazione” prima delle elezioni previste nel 2015, servono a ritardare la transizione verso la democrazia e sono un ostacolo al raggiungimento della pace nazionale . Lo Stato è invitato a lavorare invece verso una legge che richieda la registrazione obbligatoria di tutti i matrimoni, senza distinzione di razza e religione.
La proposta di legge, sostengono anche gli attivisti “si basa sulla convinzione discriminatoria che le donne generalmente siano mentalmente più deboli rispetto agli uomini e quindi abbiano bisogno di essere sorvegliate e protette nelle loro scelte”. Tali credenze, sottolineano “sono contro i diritti delle donne e contro la loro libertà di scelta. La proposta di restrizione è inoltre frutto di un nazionalismo estremista che può provocare insicurezza e portare ad ulteriori forme di violenza sociale e politica”.
Il documento ribadisce che le differenze etniche e religiose tra i cittadini del Myanmar “devono essere riconosciute e valorizzate e non castigate”.
I 100 gruppi firmatari si impegnano a lottare, in modo nonviolento, per modificare leggi e regolamenti, Costituzione inclusa, che contengono discriminazioni nei confronti delle donne. Tra queste, anche la partecipazione femminile alla sfera politica.