In una manifestazione che ieri ha portato a Mandalay oltre 30.000 persone, Aung San Suu Kyi, presidente della Lega nazionale per la democrazia (Nld), ha nuovamente sfidato l’attuale governo, dominato da militari e da ex funzionari, chiedendo che la controversa costituzione del 2008 venga cambiata, tramite il parlamento, entro la fine dell’anno.
Suu Kyi ha anche ricordato alla folla che suo padre, il generale Aung San, fondò l’esercito più di 70 anni fa, con l’incarico di proteggere il paese e la sua gente e non per governare. Riferendosi alla quota del 25% dei seggi riservata in parlamento ai militari, ha invitato l’esercito a far vedere al mondo che non ha nessuna intenzione di tenere il potere e che è pronto a sacrificarsi per il bene del paese. Inoltre, ha sottolineato il Nobel per la pace, “l’abuso di potere, prendere ciò che appartiene al popolo, è contro il principio buddista che vieta l’impossessarsi di qualcosa che non è stato dato”.
La modifica dell’articolo 436 della Costituzione, che richiede il 75% dei voti del parlamento per apportare emendamenti, e la modifica stessa dell’articolo 59(f), che le impedisce di candidarsi alle elezioni presidenziali in programma per il prossimo anno perché ha sposato un cittadino straniero e ha due figli con nazionalità straniera, sono le priorità della campagna di sensibilizzazione iniziata alcuni giorni fa dal leader dell’opposizione.
Aung San Suu Kyi ha incoraggiato i suoi sostenitori a scrivere lettere al Comandante in capo, il generale Min Aung Hlaing e ad altri funzionari militari, esortandoli a cooperare nella costruzione di un futuro migliore per il paese.
Le manifestazioni di sabato scorso a Yangon e di ieri a Mandalay sono state le prime iniziative pubbliche organizzate dalla Nld e dal movimento Generazione 88 (88Gpos). Il presidente Thein Sein, parlando di questi due eventi alcuni giorni fa, ha avvisato che l’instabilità causata dalla campagna pubblica in corso per cambiare la Costituzione avrebbe danneggiato il paese.