Inoltre, gruppi di ebrei in Israele hanno realizzato dei progetti architettonici per costruire una sinagoga accanto al sito, un santuario sopra di esso, e per demolire, infine, al-Aqsa e la Cupola della Roccia, al fine di costruire quello che chiamano il “Terzo Tempio”.
Le violazioni contro al-Aqsa sono cominciate quando Israele ha impedito ai musulmani palestinesi a Gaza di recarsi nella moschea per pregare, impedendo poi alla maggior parte dei residenti palestinesi del West Bank l’accesso alla moschea. Le forze di occupazione chiudono periodicamente l’accesso alle zone circostanti la moschea e impediscono persino a cittadini israeliani di origine palestinese-musulmana di andarvi a pregare. Molti sono costretti a pregare in strada, mentre è quasi impossibile accedervi per musulmani da tutto il mondo che vogliano visitarla.
Tutto questo è in linea con la politica di Israele di “giudaizzazione”. Israele vuole che Gerusalemme cessi di essere la casa, storicamente tollerante e cosmopolita, dei tre grandi rami del monoteismo: Ebraismo, Cristianesimo e Islam. Le politiche razziste di Israele mirano ad cancellare alla vista tutto ciò che non è ebreo, tra cui non solo al-Aqsa, ma anche la Chiesa del Santo Sepolcro, limitandone sempre più l’accesso da parte dei cristiani, siano essi palestinesi o altri arabi cristiani.
Chiediamo all’organizzazione degli Elders , con il sostegno di tutto il mondo, di intervenire per indurre le grandi potenze del mondo a porre fine all’occupazione della Città Santa e, al contempo, costringere Israele a consentire l’accesso senza limiti dei palestinesi e dei fedeli di tutto il mondo in tutti i luoghi sacri di Gerusalemme. Nonostante l’ONU abbia definito al-Aqsa come un territorio occupato, non ha mai preso le misure necessarie per proteggerla. Noi temiamo le conseguenze di questa inerzia, e ci impegniamo a difendere al-Aqsa e tutti i luoghi santi di Gerusalemme, al-Quds.
Firma la petizione e aiutaci a raggiungere un milione di firme.
Global March to Jerusalem – North America