Questa lettera è stata pensata da me e da alcuni amici alla notizia dell’annuncio di un progetto di costruzione di una centrale nucleare in Bolivia; è stata consegnata alla Segreteria della Presidenza della Bolivia il 27 marzo scorso; l’idea era di pubblicarla insieme alla risposta che stiamo ancora aspettando. E’ apparsa in Bolivia sulla rivista Pukara e ora su Pressenza, nella speranza di ricevere una risposta.
Caro Evo Morales,
vorremmo per prima cosa sottolineare che coloro che firmano questa lettera si sentono profondamente amici del popolo boliviano ed apprezzano il percorso che il tuo governo svolge da anni per il benessere del popolo, in favore del recupero delle risorse naturali, per la giustizia sociale e la redistribuzione della ricchezza; ugualmente abbiamo apprezzato l’azione tua personale e del tuo governo a favore della protezione dell’ambiente, per l’istituzione del Giorno della Madre Terra, contro lo sfruttamento delle risorse alimentari ad altri fini. Lottiamo inoltre da anni, nei nostri paesi e a livello internazionale, contro il militare civile e militare.
In quest’ottica, come amici, siamo rimasti molto stupiti, giorni fa, dal tuo annuncio della volontà del tuo governo di avviare un processo per costruire una centrale nucleare in Bolivia.
Riteniamo questa scelta profondamente sbagliata e cercheremo, in poche righe, di spiegare perché, restando a disposizione per ogni aiuto e approfondimento. Ci esprimeremo in termini necessariamente schematici, ma auspichiamo che queste nostre considerazioni aprano una considerazione e un dibattito in tutta la società boliviana (aperto ovviamente anche al confronto con posizioni diverse dalle nostre), al quale siamo pronti e disponibili a dare tutto il nostro contributo.
1 – L’energia nucleare è una scelta senza ritorno, e senza uscita! Lega le mani per sempre a un paese che la intraprenda: nessuno sa con precisione i costi per smantellare una centrale nucleare (forse paragonabili a quelli di costruzione); nessuno ha trovato una soluzione per i residui radioattivi, che costituiscono un’eredità pesante, costosa e pericolosa per centinaia o migliaia di anni.
2 – L’idea di acquisire con l’energia nucleare un’autonomia e un’indipendenza energetiche è illusoria e falsa: non solo anche l’uranio è una risorsa esauribile (le previsioni più attendibili ne prevedono l’esaurimento in circa un secolo), ma le forniture di combustibile nucleare per alimentare una centrale sono monopolio di pochi paesi molto potenti.
3 – I costi necessari per avviare un programma nucleare sono molto superiori a quelli di qualsiasi altra fonte energetica (il costo preventivato di un reattore nucleare di potenza si aggira oggi su 8-10 miliardi di dollari; i tempi di costruzione sono imprevedibili). Vi sono poi enormi costi per realizzare le infrastrutture – industriali, tecniche, sanitarie, ecc. – e formare personale adatto, che rimangono estremamente finalizzati a questo solo settore.
4 – La sicurezza di una centrale nucleare è un mito, alimentato dai suoi sostenitori e imprenditori, ma smentito clamorosamente dai fatti: la storia di mezzo secolo di questa tecnologia mostra che c’è da aspettarsi un incidente di gravità eccezionale con la frequenza di pochi anni. Le conseguenze di un incidente nucleare grave sono molto peggiori di quelle di qualsiasi altro incidente. I pericoli, i danni e i costi degli incidenti di Fukushima dureranno per decenni!
5 – Il nucleare è pericolosamente soggetto a rischi di attentati terroristici, e comporta una militarizzazione del territorio.
6 – La produzione di energia nucleare è in forte calo in tutto il mondo, ed è prevedibile che lo sarà anche la costruzione di nuove centrali ed il numero totale di centrali attive.
7 – Il nucleare sulla Terra è la forma di energia più “contro-natura”: la natura lo utilizza nelle stelle (ma quella di fusione, non di fissione), mentre sulla Terra ha un’esistenza al più episodica e del tutto marginale.
8 – Vi è un legame stretto ed ineliminabile tra nucleare civile e militare. I materiali usati e le tecniche di base sono gli stessi; il plutonio è l’«esplosivo» nucleare ideale, ed è prodotto durante la reazione a catena in un reattore.
Questi argomenti ci sembrano sufficienti per decidere di investire le risorse e le potenzialità scientifiche del popolo boliviano in una direzione più costruttiva e lungimirante, in primo luogo verso le energie rinnovabili di cui è ricco il vostro paese. Tale sviluppo fornirebbe infinitamente più energia, benessere, autonomia e posti di lavoro che qualunque progetto nucleare.
Certi di una tua risposta e pronti a fornire i dettagli scientifici delle nostre affermazioni, ti salutiamo ed abbracciamo con affetto e stima.
Anna Polo, Mondo senza guerre e senza violenza, Italia
Olivier Turquet, capo redattore di Pressenza Italia
Angelo Baracca, Professore di Fisica, Università di Firenze, Italia
Mairead Corrigan Maguire, Premo Nobel per la Pace, Irlanda
Tony Robinson, portavoce internazionale di Mondo senza guerre e senza violenza
Dr. Carlos Vassaux, USA
Dr. Jouni Ylinen, Finland
Dr. Ira Helfand, USA, co-Presidente di International Physicians for the Prevention of Nuclear War, vincitore nel 1985 del Premio Nobel per la Pace
Claudio Giangiacomo, avvocato, Italia
Nnimmo Bassey, Health of Mother Earth Foundation (HOMEF), Nigeria
Roberto Renzetti, Professore di Fisica, Facoltà di Ingegneria Meccanica di Roma Tre e saggista, Italia
People for Nuclear Disarmament, Australia
Human Survival Project, Australia
Dr. Scilla Elworthy, Fondatrice dell’Oxford Research Group e di Peace Direct, Membro del World Future Council, Regno Unito
Giorgio Parisi, Professore di Fisica, Università di Roma I, La Sapienza, Italia
Romi Elnagar, autore di “Fukushima: Meltdown on the Ring of Fire” in Green Horizon, USA
Alice Slater, Global Council of Abolition 2000, USA
Dr. Anthony Gronowicz, Partito Verde, USA
Salvatore Fanara, USA
Jane Milliken, USA
Rachel Clark, USA
Bruce K. Gagnon, Coordinatore di Global Network Against Weapons & Nuclear Power in Space, USA
Pauline Tangiora, Membro del World Future Council e di Earth Council, Nuova Zelanda
Dr. Gerson Lesser, USA
Debbie Peters, USA
Prof. Francesco Bottaccioli, Fondatore e Presidente on. della Società Italiana di Psiconeuroendocrinoimmunologia. Direzione e Insegnamento Master II Livello in “Pnei e scienza della cura integrata”, Università dell’Aquila, Italia
Roberto Romizi, Presidente dell’Associazione Medici per l’Ambiente – ISDE Italia
Tahia Devisscher, Regno Unito
Yukari Saito e Gerard Blaylock, Fondatori del Centro di documentazione “Semi sotto la neve” Pisa, Italia
Prof. Jürgen Renn, direttore del Max Planck Institute for the History of Science, Berlino, Germania
Dr. Celestino Panizza, Presidente ISDE Brescia, Italia
Paola Manduca, ISDE, Italia
Paul Larudee, Free Palestine Movement, USA
Giuseppe Masera, ISDE, Italia
Giuseppe Miserotti, ISDE Emilia-Romagna, Italia
Pedro Portugal Mollinedo, direttore della rivista Pukara, Bolivia
Pol D’Huyvetter, Mayors for Peace, Brasile
Giorgio Ferrari, Italia
Paolo De Santis, Professore di Fisica, Università Roma 3 – Alternativa, Italia
Luisa Memore, presidente ISDE Torino, Italia
Giuseppe Vitiello, Professore di Fisica Teoretica, Università di Salerno, Italia
Antonio M. Calabrò, Ingegnere Ricercatore Aerospaziale, Italia
Marco Caldiroli, Luigi Mara, Chiara Rodeghiero, Fulvio Aurora, Maurizio Marchi, Patrizia Gentilini,
Antonio Valassina, Medicina Democratica, Italia
Kate Hudson, Segretaria Generale di Campaign for Nuclear Disarmament (CND), Regno Unito
Patrick Boylan, NoWar-Roma, Italia
Pax Christi Metro New York, USA
Nelson Arias Ávila, fisico, PhD, Colombia
Takao Takahara, Professore di politica internazionale e studi sulla pace, Facoltà di Studi internazionali, Università Meiji Gakuin, Giappone
Gabriella Filippazzo, ISDE Palermo, Italia
Lee Hsiujung, Vice Segretario Generale di Taiwan Environmental Protection Union, Taiwan