Nuove linee guida per la strategia congiunta d’azione tra 2014 e 2017, una dichiarazione comune sulle migrazioni e l’impegno europeo a contribuire finanziariamente alla pace e allo sviluppo africani. Queste le principali conclusioni del quarto vertice tra Unione Europea e Africa, che è terminato oggi a Bruxelles.
La sicurezza è stata un tema centrale: l’Ue si è impegnata a contribuire con 750 milioni di euro in tre anni all’African Peace Facility, il fondo dedicato a questo scopo. In più, con l’aiuto europeo, oltre 17.000 militari africani saranno addestrati da qui al 2016 in Somalia, in Repubblica Democratica del Congo, in Libia, in Mali e nella regione del Sahel. L’impegno è stato accolto positivamente dall’Unione Africana, il cui presidente di turno, il capo di Stato mauritano Mohamed Ould Abdel Aziz, ha sottolineato “il deficit operazionale e logistico” che gli Stati africani ancora scontano sul piano militare. Il nesso tra pace e sviluppo umano è stato più volte sottolineato, e in questo quadro rientrano gli altri stanziamenti annunciati dall’Ue: tre miliardi di euro in sette anni per l’agricoltura, un miliardo per l’integrazione panafricana e 350 milioni in borse di studio per studenti e ricercatori africani.
L’investimento sulla formazione è stato anche citato da Nkosazana Dlamini-Zuma, presidente della Commissione dell’Unione Africana, come una delle chiavi per evitare tragedie come quella di Lampedusa dello scorso 3 ottobre. Durante il vertice, è stato anche siglato un piano d’azione su migrazioni e mobilità, in cinque punti: lotta al traffico di esseri umani, contrasto dell’immigrazione irregolare, interventi per rendere più facile l’invio di rimesse in Africa, migliore organizzazione dell’immigrazione legale, aumento della protezione internazionale per rifugiati, sfollati e richiedenti asilo.
Restano più lontane le posizioni sugli accordi di partenariato economico (Ape/Epa) che l’Europa propone all’Africa. Herman van Rompuy, presidente del Consiglio europeo, li ha definiti “i mattoni dell’integrazione continentale verso un’area di libero commercio”, aggiungendo che questo processo sarà sostenuto con 844 milioni di euro in tre anni. Il presidente della Commissione europea, José Manuel Barroso, pur riconoscendo “i progressi” compiuti, ha sostenuto che sugli Epa il summit avrebbe potuto “fare meglio e di più”. Alla viglia della riunione, la firma di uno di questi accordi, quello con i paesi dell’Africa occidentale della Cedeao-Ecowas, era stato bloccato per le obiezioni della Nigeria.