Per la prima volta dopo tanti anni alle prossime elezioni europee c’è la reale possibilità che ci sia una sola lista a sinistra del PD. E questo è un fatto importante, dopo una lunga stagione segnata da scissioni e polemiche intestine.
D’altra parte è innegabile che il percorso che ha condotto alla costruzione della lista sia stato fortemente segnato da pratiche e decisioni che si collocano in netto contrasto con quanto da sempre sostenuto a gran voce dalla sinistra tutta ed in particolare dai movimenti che hanno caratterizzato l’inizio del nuovo millennio.
Abbiamo assistito all’assenza di qualunque pratica democratica nella definizione delle caratteristiche della lista, nella scelta del simbolo, nella definizione dei candidati e all’autoinvestitura di alcuni intellettuali come leader maximi e decisori finali in grado di porre veti, imporre decisioni e discriminazioni fino a rasentare un comportamento proprietario della lista. Con l’aggravante che a praticare simili comportamenti sono stati alcuni tra coloro che negli anni recenti si erano distinti per aver predicato in ogni luogo – nei giornali, nelle piazze fino alle aule universitarie – l’inno alla democrazia, alla partecipazione e all’autodeterminazione.
Ma, è risaputo, la coerenza non è il piatto forte di questo paese.
La speranza – e l’obiettivo per il quale desidero impegnarmi – è che il peccato originale precedentemente descritto, non impedisca il successo di questo tentativo.
Oggi in Europa è assolutamente necessaria una presenza politica che contrasti le politiche dell’austerità condotte dalla Commissione Europea e dalla BCE e sostenute a Bruxelles dall’accordo politico tra il gruppo Popolare di Angela Merkel e il gruppo Socialista di Martin Schulz. Le disperate condizioni nelle quali è precipitata la Grecia sono il risultato evidente del destino che attende tutti i popoli che saranno obbligati a sottostare alle scelte imposte da Bruxelles. L’aumento della mortalità infantile è forse il più drammatico ed odioso indicatore del disastro sociale che sta vivendo l’ intero popolo greco.
L’opposizione al dominio dei mercati e alla dittatura della finanza speculativa non può essere ristretta alla dimensione nazionale, ma necessita di una dimensione almeno continentale in grado non solo di costruire opposizione, ma anche di proporre un’alternativa credibile; è questo il senso della candidatura di Alexis Tsipras, leader di Syriza – il partito della sinistra greca – alla presidenza della Commissione Europea.
Inoltre, se la lista Tsipras riuscirà ad ottenere una buona affermazione, la speranza è che possa risultare facilitato il compito di coloro, e non siamo pochi, che da tempo lavorano perché in Italia possa rinascere una sinistra politica in grado, anche per consistenza numerica, di rappresentare con autorevolezza le classi subalterne e le tante persone rese più deboli e più povere dalla crisi sociale ed economica provocata da questo modello di sviluppo.
Una sinistra nella quale democrazia e partecipazione siano non vuote parole ma pratiche concrete.
Per queste ragioni ho firmato e sostengo, nonostante tutto, la lista Tsipras.