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In Italia coltiviamo l’antica usanza di assassinare mogli e amanti. Usanza che ha prodotto un termine e una tradizione giuridica. Si chiama uxoricidio e fino al 1981 era ben compreso da società e codice. Tutto cambia, ma solo un paese di disperati poteva trovare il tempo per un decreto legge consacrato a una tradizione millenaria.
Stupidità a parte l’attenzione che viene rivolta alle uccisioni di donne da parte di coniugi, amanti, conviventi, ecc. è tutta mediatica, ma a nessuno dei giornalisti e dei politici che si sono occupati del fenomeno è venuto in mente di cercare i dati per capire se il fenomeno è in crescita, stabile o in diminuzione.
Chi ci dovrebbe tenere informati (Istat e Interni) non lo fa[1] e, in attesa che un nuovo Giuliano Amato pubblichi un rapporto[2], utilizzeremo i dati forniti dall’Eures: l’ente che da tempo pubblica rapporti annuali sull’omicidio[3].
Così scopriamo che gli omicidi italiani sono passati dai quasi 2.000 del 1991 ai meno di 500 di oggi. Una diminuzione drastica come mai s’è vista in Italia e nel mondo. Per molto meno gli americani hanno fatto i fuochi artificiali e invece noi siamo martellati da morbose trasmissioni televisive che ci descrivono come fossimo un paese in mano agli assassini, quando abbiamo un tasso di omicidio di uno per centomila, mentre in Europa e in Canada è il doppio e negli Usa cinque volte.
In questa incredibile diminuzione il dato negativo è l’aumento in termini assoluti e relativi del numero di omicidi commessi in ambito familiare e amicale. Almeno 200 omicidi avvengono fra gente che si conosce. Parenti, genitori, amici e vicini di casa sono molto più pericolosi dei serial killer. In tutto questo gli omicidi di donne (per ogni causa) si sono mantenuti negli ultimi dieci anni fra i 150 e i 200, senza che questo sollevasse particolari proteste. Forse perché, come dice Marzio Barbagli, le prostitute forniscono una parte sproporzionata delle vittime[4].
Che il fenomeno non sia poi così imponente lo dimostra il fatto che devono ammucchiare dieci-dodici anni di omicidi per riuscire a metterne insieme un numero decente. Tanto per darmi delle arie vi ricordo che in quarant’anni di pena di morte americana si sono contati 750.000 omicidi e il doppio di persone morte sparate a vario titolo.
Non siamo certamente i “peggiori d’Europa”[5] e l’uccisione di donne da parte del partner sembra essere decisamente un problema dei paesi avanzati[6] e del Nord industriale italiano.
In definitiva non c’è un’emergenza “femminicidio”[7] come non c’è emergenza omicidi e suicidi [8] [9]. L’unica vera emergenza è quella dell’informazione italiana [10].
[1] Ed è meglio. http://www.ilpost.it/2012/09/
[2] Rapporto sulla criminalità in Italia del Ministero dell’Interno, 2006
[3] L’omicidio volontario in Italia Rapporto EURES 2013 SINTESI
http://www.west-info.eu/files/
[4] Purtroppo non trovo la citazione di Barbagli e le cifre che circolano su Internet sono incredibili.
[5] The killing of women in the context of global homicides 2012
http://acuns.org/wp-content/
[6] THE FEMICIDE IN ITALY http://www.envisvictimsupport.
[8] Anche i suicidi sono drasticamente diminuiti passando, in vent’anni, da 4000 a 3000 l’anno. http://politicaesocieta.
[9] http://daily.wired.it/news/
http://www.ilpost.it/2012/05/
[10] The Story of the Juarez Femicides is a ‘Myth’
http://www.texasobserver.org/