Nel Sudan occidentale sono già 120.000 i civili che solamente nelle ultime due settimane sono stati costretti a fuggire dai nuovi combattimenti in corso. A undici anni dall’inizio del conflitto in Darfur la violenza non solo non accenna a diminuire ma sembra addirittura aumentare. Solo nell’ultima settimana sono dovute fuggire 75.000 persone dai propri insediamenti. Decine di villaggi sono stati bruciati da miliziani. Dal gennaio 2013 sono circa 600.000 i civili in Darfur che a causa delle nuove violenze sono stati sradicati e sono fuggiti. Il Darfur è ancora lontano dall’essere pacificato, soprattutto se la comunità internazionale farà calare il silenzio su questo conflitto.
La popolazione civile teme gli scontri tra le varie milizie che sono state organizzate e armate dall’esercito sudanese e che ora lottano per il potere e una maggiore influenza. Ma anche il costante bombardamento di obiettivi civili da parte dell’aviazione sudanese contribuisce a diffondere paura e terrore. Per questo proprio sabato scorso sono fuggiti dalla città di Tawila, a est del massiccio di Jebel Marra, ancora 10.000 abitanti: l’esercito sudanese aveva attaccato i loro insediamenti sia con l’aviazione sia via terra. Da mesi gli aerei Antonov in dotazione all’aviazione sudanese bombardano i villaggi nell’area del massiccio montuoso. L’esercito accusa la popolazione civile di sostenere la lotta dei movimenti ribelli.
Altre 33.000 persone sono fuggite lo scorso fine settimana dalla zona degli insediamenti di Um Sidir, Hashaba e Baashim nel Nord Darfur, dopo che miliziani avevano dato fuoco a 25 villaggi e ne avevano distrutti i pozzi. Prima di dar fuoco alle case, gli aggressori hanno saccheggiato i beni degli abitanti del villaggio, rubato il loro bestiame e violentato molte donne. All’inizio della scorsa settimana, 32.000 persone sono fuggite dalla regione nei pressi della località di Saraf Omra nel nord del Darfur, dopo che miliziani avevano attaccato numerosi villaggi.
In segno di protesta contro le violenze in corso nel Sudan occidentale centinaia di abitanti del Darfur che studiano a Khartoum, martedì scorso hanno dimostrato nella capitale contro la politica del governo nei confronti del Darfur. La protesta è stata violentemente repressa dalle forze di sicurezza e uno studente è morto. Secondo i portavoce degli studenti, 300 partecipanti darfuri durante la manifestazione sono stati arrestati dalle forze di sicurezza e 190 degli arrestati sono stati successivamente rilasciati.