E’ morto a 74 anni il fisico Emilio del Giudice, ricercatore dell’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare e dell’International Institute of Biophysics di Neuss in Germania, medaglia Prigogine 2009 e negli ultimi anni prezioso collaboratore del premio Nobel Luc Montagnier negli studi sulla memoria dell’acqua che hanno avuto risonanza internazionale. Del Giudice aveva al suo attivo numerosissime pubblicazioni in ambito scientifico. Grande esempio di rigore scientifico, di ricerca coraggiosa e sincera, di ironia e di pensiero profondo, il professor Emilio Del Giudice si è sempre fatto apprezzare anche per il suo esemplare concetto di coerenza e il suo sapere completo.
Noto per le sue ricerche sulla fusione fredda realizzate insieme al compianto collega e amico Giuliano Preparata e per gli studi sulla memoria dell’acqua, Del Giudice aveva partecipato appena qualche giorno fa ad un convegno proprio sulla memoria dell’acqua, insieme a Montagnier, a Roma su idea dell’Ordine dei Medici. Da anni collaborava con il professor Giuseppe Vitiello, con il quale, sempre insieme a Montagnier, aveva di recente firmato alcuni articoli sul Journal of Physics riguardanti risultati straordinari ottenuti da esperimenti sulla capacità dell’acqua di trattenere e trasmettere informazioni. Al convegno di Roma a fine gennaio aveva preso parte anche il chimico Vittorio Elia.
Il funerale verrà celebrato lunedì mattina, 3 febbraio, alle 11 al crematorio di Lambrate. “Se ne è andato un maestro, uno scienziato con la S maiuscola, una persona eccezionale che per me era come un padre” ha detto Alberto Tedeschi, da anni collaboratore di Del Giudice, studi di ingegneria e una grande passione per la fisica, ideatore della tecnologia di biorisonanza olografica White. “La sua è stata una vita dedicata al sapere profondo della ricerca, il suo era un pensiero poliedrico, mitteleuropeo, alla scienza univa l’arte, la filosofia e la cuktura, tendeva alla verità con impegno nella sua fondamentale irrequietezza e vivacità. Ogni posizione era una nuova posizione, non “la” posizione”. E questo fa correre un abisso tra lui e gran parte di quegli scienziati accademici autoreferenziali o quelli per i quali le tecniche prendono ormai il posto dei concetti. “Non vedeva nemmeno gli studi con Montagnier, seppur così prestigiosi e all’avanguardia, come una conclusione, ma come un punto di partenza. Magari un contentino per i media e la scienza tecnica, ma lui guardava ancora più avanti. Era uno scienziato assoluto, uno degli ultimi portatori della scienza vera. I suoi lavori sono ormai stati accettati a livello internazionale e questa strada non sarà abbandonata”.
“Continueremo nella strada segnata insieme – ha spiegato commosso il professor Giuseppe Vitiello, il fisico che insieme a Del Giudice aveva lavorato e firmato tanti lavori scientifici – Insieme avevamo anche lavorato sulla strada che ha portato Higgs ai risultati che gli sono meritatamente valsi il premio Nobel, malgrado le innumerevoli critiche ricevute nel corso della sua vita professionale”. E’ giunto anche l’attestazione di profondo cordoglio da parte di Luc Montagnier; con lui e Vitiello era in corso una ulteriore ricerca di cui presto saranno diffusi i risultati.