Il progressivo aumento dell’inquinamento atmosferico in Cina e in altri paesi emergenti del sud est asiatico, come la Corea, contribuisce sensibilmente a rafforzare la potenza degli uragani che hanno origine nell’area del Pacifico nord-occidentale. Lo ha reso noto un recente studio scientifico dal titolo “Asian pollution climatically modulates mid-latitude cyclones following hierarchical modelling and observational analysis” e pubblicato a fine gennaio sulla rivista “Nature Communications”.
Lo studio ha rilevato come, dalla metà degli anni ’90 ad oggi – cioè dall’inizio vertiginosa crescita economica cinese – i cicloni invernali che si sviluppano alle medie latitudini dell’area compresa tra nord-est della Cina, Giappone e Corea del Sud, siano caratterizzati da venti sempre più violenti e piogge sempre più intense. La ricerca, infatti, mostra come l’inquinamento atmosferico abbia causato un aumento delle precipitazioni pari al 7%.
Lo studio evidenzia il legame tra i cicloni più violenti e l’aumento dell’inquinamento nella regione dovuta alla forte presenza di polveri sottili di origine antropologenica, cioè causate dalle attività umane. Le polveri sottili presenti nell’atmosfera, infatti, modificano sensibilmente la distribuzione del calore presente nell’aria e influiscono sia sulla formazione delle nuvole e sia sulle loro proprietà fisiche.
Se da un lato l’intensità degli uragani, alle medie latitudini, è aumentata in modo significativo a causa delle polveri sottili, Yuan Wang – responsabile del progetto e ricercatore presso il Department of Atmospheric Sciences del Texas e presso l’Institute of Technology della California – ha precisato che lo studio non ha individuato “modifiche significative nella frequenza o nella geo-localizzazione degli uragani stessi”.
La ricerca si conclude affermando che la lotta contro l’inquinamento atmosferico in Cina ha “implicazioni rilevanti sul clima globale e non solo sulla sicurezza e sulla salute pubblica a livello locale”. L’inquinamento atmosferico, infatti è diventato uno dei principali motivi di protesta da parte di cittadini e attivisti cinesi nei confronti del governo – stanchi di soffrire di problemi respiratori e preoccupati per la crescita esponenziale di tumori al polmone in corrispondenza delle aree metropolitane.
Poche settimane fa, le autorità cinesi hanno annunciato la loro intenzione di ridurre di un quarto i livelli dell’inquinamento atmosferico di Pechino e delle principali città della Cina entro il 2017. Nel frattempo, però, l’inquinamento atmosferico nelle metropoli della Cina ha raggiunto livelli che superano fino a 27 volte i limiti fissati dall’OM (Organizzazione Mondiale della Sanità), soprattutto a causa delle emissioni prodotte dalle centrali a carbone.