“L’immediato cessate il fuoco e la fine di ogni tipo di violenza: una fine senza precondizioni politiche. Tutti i combattenti interni della regione devono deporre le armi; tutte le potenze straniere devono adottare misure immediate per fermare il flusso di armi e il finanziamento delle stesse, che alimenta l’escalation della violenza e della distruzione. La cessazione immediata della violenza è nell’interesse di tutti. È un imperativo umanitario, e rappresenta il primo passo verso la riconciliazione”: è l’accorato appello giunto alla conclusione di un Workshop della Pontificia Accademia delle Scienze sulla crisi in Siria, dal titolo “Si può restare indifferenti?” in vista della Conferenza di Ginevra II.
“La fine dei combattimenti dev’essere accompagnata dall’avvio immediato dell’assistenza umanitaria e della ricostruzione” sottolineano i firmatari dell’incontro, tra cui il cardinale Jean-Louis Pierre Tauran, Mohamed El Baradei, Romano Prodi, ricordando che “Milioni di siriani si trovano nella condizione di profughi. Innumerevoli sono i rifugiati, alloggiati temporaneamente presso i campi dei paesi confinanti. […] Facciamo in modo che la Siria possa intraprendere, con il pieno sostegno finanziario e umano mondiale, un percorso di ricostruzione, uno che possa iniziare ancor prima che siano risolte tutte le questioni politiche e sociali.
Ad una settimana dall’attesa Conferenza di Ginevra II, i partecipanti al workshop evidenziano che è “risaputo come la guerra in Siria abbia tratto la sua violenza dai conflitti e dalla profonda sfiducia nella regione. Come molti hanno notato, il conflitto in Siria ha avuto a che fare più spesso con le rivalità dei poteri regionali e internazionali che non con i conflitti all’interno della comunità siriana stessa. Da un lato, questo è promettente. Il popolo siriano ha convissuto in pace nel corso della storia, e può tornare a farlo. D’altra parte, i conflitti regionali che hanno travolto la Siria vanno affrontati al fine di creare le condizioni per una pace duratura”.
In conclusione, secondo il testo del comunicato, i presupposti di una pace duratura sono “la cessazione immediata della violenza; l’avvio della ricostruzione; il dialogo tra le comunità; i progressi nella risoluzione di tutti i conflitti regionali; e la partecipazione di tutti gli attori regionali e globali al processo di pace di Ginevra 2. Essi forniscono una base di sicurezza e di ricostruzione su cui costruire una pace duratura”.
[AdL]