foto da altracitta.org
Non è possibile dimenticare, guardando i volti e apprendendo le storie dei senza casa di via del Romito, sgomberati con la forza questa mattina di un edificio abbandonato da anni, come la povertà coinvolga ormai un italiano su sei che vive con un reddito inferiore ai 640 euro al mese e che più di un terzo dei giovani sotto i 25 anni è disoccupato, per non considerare coloro che il lavoro ce l’avevano e lo perdono a causa di un’assenza cronica di politiche industriali ed economiche all’altezza.
E invece, continua l’attacco delle istituzioni nei confronti dei più poveri della città, di chi è colpito da sfratto incolpevole, non ha mezzi di sostentamento e non può permettersi di pagare i cari affitti della città di Firenze. Il nuovo sgombero compiuto stamane in via del Romito sul gruppo di persone sfrattate dai loro alloggi d’origine e già sgomberato la settimana scorsa da via dei Servi, pone un problema a tutti coloro che vivono la Costituzione come punto cardinale della convivenza comune e fondamento della democrazia.
Il diritto alla casa, il diritto ad un’esistenza dignitosa, sono il cuore di ogni civiltà moderna. Oltre a stigmatizzare i comportamenti dell’amministrazione comunale e delle forze dell’ordine, celeri e pronti non appena si tratta di punire chi cerca un rifugio per vivere, serve una presa in carico del problema da parte di tutta la città, a partire dalla società civile che non può limitarsi solo a teorizzare e ragionare della difesa dei diritti di cittadinanza. Serve anche una maggiore pressione sulla politica istituzionale, con i partiti maistream che destinano energie alla propria sopravvivenza delegando alla legge del più forte la risoluzione dei conflitti sociali resi evidenti ed accresciuti grazie alla crisi politica-sociale-economica che coinvolge il nostro Paese e la nostra città.
Il Movimento di lotta per la casa non può essere l'”assistente sociale” dei poveri. O il dominus fiorentino Matteo Renzi ferma un attimo la sua ambiziosa corsa a Sindaco d’italia per affrontare i problemi più gravi della città – anche se non fanno acquisire voti nell’elettorato a cui sta guardando – o situazioni tragiche come quelle accadute nell’ultima settimana saranno all’ordine del giorno. Il Sindaco dovrebbe sapere, nonostante la sua giovane età anagrafica, che i problemi non risolti, elusi nella sostanza, prima o poi esplodono. I poveri della città, vecchi e nuovi, presenti e futuri, attendono risposte adeguate. Non manganelli della polizia sui loro corpi e proposte inaccettabili da parte della giunta comunale che prevedono la separazione dei nuclei familiari e una limitata libertà personale.
Si diano risposte all’emergenza e le occupazioni cesseranno senz’altro!