Di Astrid Menasanch Tobieson / Feministiskt Perspektiv
“Cominciate a informare sugli ultimi avvenimenti che stanno conducendo la Spagna verso una democrazia autoritaria” scrive la drammaturga e regista Astrid Menasanch Tobieson in una lettera aperta ai giornalisti svedesi, che ha avuto una forte eco nei mezzi di comunicazione svedesi e nelle reti sociali. Di seguito, il testo originale:
Vi scrivo con un sentimento di commozione misto a indignazione. Vi scrivo per il bene che voglio a molte persone che si trovano in un luogo geografico specifico, la Spagna, che tra qualche giorno imboccherà la strada che porta da una democrazia aperta a una (pseudo) democrazia fascista e autoritaria. Vi scrivo perché ciò che è accaduto a Kärrtorp, Stoccolma (dove un gruppo fascista, pochi giorni fa, ha attaccato una pacifica manifestazione antirazzista) e ciò sta accadendo in Spagna, per me sono la stessa cosa: l’ascesa del fascismo e l’indifferenza della società verso tutto ciò che accade.
Venerdì prossimo (20 dicembre) il governo spagnolo approverà una legge che mira a porre fine alle proteste e alle manifestazioni. Lo scopo: ottenere il silenzio attraverso la paura. Perciò vi chiedo aiuto, vi chiedo di darne informazione.
Sabato scorso (14 dicembre) a Madrid si è tenuta una delle seimila manifestazioni che si sono avute in Spagna in quest’ultimo anno. Lo dico di nuovo: una delle seimila. Negli ultimi due anni la rete di protezione sociale in Spagna è stata smantellata. Tentativi di privatizzare gli ospedali, il diritto del lavoro è stato radicalmente modificato, moltissima gente è stata licenziata, molte famiglie sono state sfrattate dalle loro case, i teatri sono stati privatizzati e nelle scuole l’educazione civica è stata sospesa. Venerdì prossimo (20 dicembre) il Governo approverà la nuova legge anti-aborto.
Ciò che è stata definita come crisi economica è, e lo è stata fin dall’inizio, soprattutto una crisi democratica dove la repressione è, è stata, e con l’ausilio della legge sarà, lo strumento principale per ostacolare la libertà di espressione. La copertura mediatica in Svezia sulla situazione in Spagna è stata scarsa e l’analisi da un punto di vista sociale è stata inesistente. Come se una cosa non fosse collegata con le altre. Invece le cose sono collegate. La manifestazione di sabato scorso è stata convocata davanti al Congresso di Madrid, per protestare contro questa nuova proposta di legge, la Legge di Sicurezza Pubblica. Questa legge contiene 55 articoli, che prevedono sanzioni contro chi protesta, con un elenco esplicito di multe che vanno da 100 a 600 000 EUR per 55 reati diversi. Un terzo sono considerate infrazioni molto gravi, la metà gravi e il resto come reati minori.
Quali sono le infrazioni? Per cominciare, tutte le manifestazioni davanti al Congresso o altro edificio governativo non autorizzate, come quella di sabato scorso a Madrid, saranno proibite e ogni manifestante sarà multato fino a 30.000 euro. La sanzione sarà applicata quando diverse persone, riunite in un posto, saranno considerate come gruppo.
Il divieto di manifestazione non autorizzata si applicherà anche sui social network. Unirsi come collettivo in Internet, attorno ad un’opinione sarà sanzionato con 30.000 euro di multa. Convocare un gruppo sulle reti sociali o in altro luogo pubblico intorno a simboli e bandiere sarà sanzionato con 30.000 euro di multa. Partecipare a una manifestazione incappucciato o con il volto coperto, 30.000 euro. Rifiutarsi di fornire le proprie generalità alla polizia, 30.000 euro. Impedire alla polizia di svolgere il suo compito, 30.000 euro, il che significa che i sit-in come quelli che hanno dato inizio al movimento M15 in Spagna saranno severamente proibiti. Disonorare la bandiera spagnola, 30.000 euro. Ripeto: 30.000 euro.
Fare una vignetta satirica, per esempio, con un politico come soggetto, sarà considerato oltraggio. Usare striscioni con critiche verso la nazione spagnola, 30.000 euro. Filmare o fotografare la polizia in servizio, 30.000 euro. E questi sono solo alcuni esempi. In tutti i casi sarà sufficiente la testimonianza della polizia o di un agente di sicurezza per multare il cittadino, e la sanzione verrà applicata senza alcun processo.
Ci si può chiedere, allora: la Spagna sta affrontando un movimento di protesta violento? Per nulla! Il capo della polizia Ignacio Casidó ha commentato la Legge di Pubblica Sicurezza, dicendo chiaramente che le seimila manifestazioni hanno rappresentato il movimento di proteste più pacifico nella storia della Spagna (El País).
Quindi, quali sarebbero i soggetti che la nuova legge dovrebbe “tutelare”? Non certo quelli che protestano contro la repressione.
Non molto tempo fa, la Spagna è stata una dittatura. Non molto tempo fa c’è stata una guerra civile. Tutti i dibattiti sono politici. Dare spazio a un avvenimento è un atto politico. Non farlo, non darne informazione, è un atto politico. Il silenzio è un atto fortemente politico. La decisione di starsene in silenzio, rimane nei corpi, nelle memorie per generazioni. Questa legge neofascista che sarà approvata venerdì non è scollegata dal crescente fascismo in Svezia. Né noi, come esseri umani, siamo scollegati gli uni dagli altri.
Mi rivolgo in particolare a tutti i giornalisti, i colonnisti e gli editori in Svezia. A voi che avete spazio mediatico. Vi chiedo, dal profondo della mia anima, di rompere il silenzio sul regime che sta prendendo piede in Spagna. Vi chiedo di cominciare a informare. Vi chiedo di affermare il diritto della libertà di espressione, nelle società dove il fascismo, mediante la paura, si appropria del potere, dello spazio e della possibilità di definire i problemi. Sia in Spagna, che a Kärrtorp. Vi chiedo di aiutarci con articoli, reportage e contributi al dibattito, vi chiedo che contengano un’analisi tagliente e profonda. Diffondete! Diffondete tutto!
Traduzione da https://m.facebook.com/permalink.php?story_fbid=565383126879039&id=104829292934427 – Revisione di Valerio Marinai