Edward Snowden sarà ricordato dalla storia come il personaggio che ha svelato il segreto forse più conosciuto del mondo: gli Stati Uniti spiano gli altri paesi. In seguito a questa azione due dei mezzi d’informazione più importanti del mondo chiedono “clemenza” per l’ex analista della NSA.
Il giornale americano The New York Times e quello britannico The Guardian hanno esaltato Snowden nei loro editoriali, dando un grande valore alla diffusione delle informazioni sui programmi di vigilanza e spionaggio degli Stati Uniti attuata dal giovane americano.
Secondo il New York Times Snowden può aver commesso un crimine, ma ha anche reso un grande servizio al suo paese. Visti il valore e l’importanza delle informazioni da lui divulgate, merita qualcosa di più di una vita in esilio permanente, di paura e fuga. ”E’ ora che gli Stati Uniti offrano a Snowden un accordo con la procura o una qualche forma di clemenza”, dichiara l’editoriale.
The Guardian ha sottolineato il fatto che Snowden non possa tornare in modo libero nel suo paese, sostenendo che si dovrebbe “permettergli di ritornare negli Stati Uniti con dignità, giacché ciò che ha fatto è stato un gesto colmo di coraggio morale”.
Edward Snowden ha rivelato che gli Stati Uniti non hanno solo spiato gli abitanti del proprio paese, ma anche i suoi alleati e i loro presidenti, tra cui alcuni membri dell’Unione Europa come la Germania e la Francia, fino a paesi come il Brasile, il Venezuela e il Messico, dove lo spionaggio ha riguardato non solo l’ex presidente Felipe Calderón, ma anche l’allora candidato del Partido Revolucionario Institucional (PRI), Enrique Peña Nieto, ora presidente del paese.
Nonostante le critiche dei mezzi d’informazione, Barack Obama ha sostenuto le azioni realizzata dalla NSA e non intende concedere alcuna amnistia o indulto presidenziale a Snowden per aver “tradito” il suo paese.
Edward Snowden si trova attualmente in Russia, dove gli è stato concesso un asilo politico temporaneo fino all’agosto del 2014 e ha chiesto un asilo permanente ad altri paesi, tra cui il Brasile e l’Ecuador.
Traduzione dallo spagnolo di Anna Polo