In una lettera aperta, MSF chiede l’aumento degli aiuti umanitari transfrontalieri per la popolazione siriana
L’organizzazione medico umanitaria Medici Senza Frontiere (MSF) esorta in una lettera aperta indirizzata ai Paesi riuniti presso le Nazioni Unite per discutere dell’assistenza umanitaria alla popolazione siriana, un aumento significativo del sostegno umanitario attraverso il confine siriano.
L’incontro ad alto livello sulla Siriain corso oggi 19 dicembre a Ginevra, segue una dichiarazione della presidenza del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite del 2 ottobre che esortava il gruppo di Paesi coinvolti a formulare raccomandazioni preliminari per facilitare la distribuzione degli aiuti in Siria. Tuttavia, l’assistenza ai siriani che vivono nelle zone controllate dall’opposizione non è all’ordine del giorno. L’ONU ritiene che tale assistenza costituisca una “linea rossa” per il governo siriano. Quasi tutti gli aiuti umanitari internazionali è infatti veicolato via Damasco.
“Se il governo siriano rimane il principale canale per la stragrande maggioranza degli aiuti umanitari internazionali, milioni di persone continueranno a essere privati di un’adeguata assistenza “, avverte Joanne Liu, presidente internazionale di MSF.
Le agenzie delle Nazioni Unite e le organizzazioni internazionali sono soggetti a controlli rigorosi imposti dal governo siriano, che limita o vieta la distribuzione di aiuti umanitari – soprattutto di carattere medico – nelle zone controllate dall’opposizione.
Questi ostacoli hanno portato a un blocco totale degli aiuti umanitari per le persone che vivono nelle enclave controllate dai gruppi di opposizione e circondate dalle forze governative, come ad esempio nella regione di Ghouta. Inoltre, tra i cinque e i sette milioni di persone che vivono nei territori controllati dall’opposizione, vicino a confini internazionali siriani, non ricevono assistenza medica ma solo una minima fornitura di materiali da Damasco: per questo urge un maggiore sostegno transfrontaliero.
Invocando il rischio di rappresaglie da parte del governo contro le loro attività a Damasco, le agenzie delle Nazioni Unite hanno rinunciato a negoziare l’accesso transfrontaliero alle popolazioni nelle aree di opposizione. In quelle zone, le persone sopravvivono solo grazie al lavoro di reti di solidarietà siriane e delle poche organizzazioni non governative, tra cui MSF, che forniscono assistenza attraverso i Paesi confinanti, in particolare la Turchia. Data la vastità dei bisogni, l’attuale assistenza transfrontaliera rimane gravemente inadeguata.
“Il gruppo di Paesi che discuterà dell’assistenza in Siria deve supportare l’accesso umanitario a tutte le vittime del conflitto, sia da Damasco sia dai paesi confinanti “, prosegue Joanne Liu . “Ci sono molti ostacoli alla fornitura di assistenza all’interno della Siria che devono essere affrontati, incluso il fatto che in determinate zone gli aiuti vengono bloccati da alcuni gruppi armati dell’opposizione. Tuttavia, l’assistenza transfrontaliera nelle aree dell’opposizione è una questione cruciale che non può essere tolta dall’agenda umanitaria lasciando milioni di persone senza soccorso. Il gruppo di Paesi deve usare la sua influenza su tutte le parti in conflitto per assicurare che gli accordi portino immediatamente a un vero accesso umanitario in Siria“.
Comunicato stampa di Medici Senza Frontiere