Sfidando le restrizioni imposte dalle autorità israeliane ieri sera centinaia di palestinesi si sono riuniti nel quartiere di Issawiya a Gerusalemme Est per festeggiare la scarcerazione di Samer Issawi, militante del Fronte Democratico per la Liberazione della Palestina detenuto in carcere e protagonista otto mesi fa di uno sciopero della fame che lo portò a rischiare la vita.
La tanto attesa scarcerazione è frutto dell’accordo che mise fine a quasi nove mesi di sciopero della fame da parte di Issawi, divenuto un’icona della resistenza palestinese nota in tutto il mondo arabo.
Arrestato nel 2002 e condannato a 26 anni di prigione per presunte attività terroristiche, Issawi era stato rilasciato nel 2011 nello scambio tra un migliaio di detenuti politici palestinesi e il soldato israeliano Gilad Shalit, prigioniero a Gaza per più di cinque anni. Issawi era stato nuovamente arrestato nel luglio 2012, con l’accusa di aver violato i termini della sua scarcerazione.
Un’accusa che Issawi ha sempre smentito sostenendo di aver lasciato Gerusalemme per far riparare la sua auto in Cisgiordania, dove i costi sono più bassi. La sua protesta, durata 226 giorni, aveva attirato l’attenzione internazionale e il sostegno degli attivisti per i diritti umani.
Nelle sue prime parole da uomo libero, Issawi ha ringraziato il popolo palestinese e “le persone libere” in giro per il mondo, che lo hanno sostenuto nella sua battaglia che, ha detto, “è dedicata in particolare alla gente di Gaza” sotto un duro embargo israeliano ed egiziano.
Allo stato attuale, Israele detiene quasi 5000 prigionieri politici palestinesi, di cui circa 150 in detenzione amministrativa – senza capi di imputazione né processo – e circa 150 minori.