Ad un anno dalla tragica strage nella scuola elementare Sandy Hook di Newtown in Connecticut (USA) una delegazione della Metro Industrial Areas Foundation (Metro IAF) accompagnata da rappresentanti dell’Osservatorio OPAL di Brescia si è recata mercoledì scorso a Gardone Val Trompia presso la sede della Fabbrica d’armi Beretta. La delegazione, che aveva già ripetutamente chiesto di incontrare il presidente Ugo Gussalli Beretta per illustrargli personalmente i contenuti di una lettera inviata, è stata messa nella sala d’attesa dell’azienda: gli addetti alla sicurezza hanno richiesto ai presenti, dopo averli fatto accomodare, di consegnare un documento d’identità che è stato fotocopiato.
Un’addetta dell’azienda, in costante contatto telefonico con la direzione, ha ascoltato la richiesta della delegazione statunitense e ha risposto dicendo che le questioni sollevate dipendono dalla filiale americana della Beretta con sede a Accokeek nel Maryland. Dopo esserci accertato sulla proprietà della Beretta degli Stati Uniti – che è parte della Beretta Holding la cui proprietà ha sede a Gardone Val Trompia – il vescovo della Chiesa Battista di Baltimora, Douglas I. Miles, a nome della delegazione, ha dichiarato: «Abbiamo fatto più di 4mila miglia (oltre 6 mila chilometri) per incontrare il Cavaliere Gussalli Beretta e crediamo che se non lui almeno qualche dirigente della sua azienda avrebbe potuto fare qualche passo per incontrarci e ascoltarci».
L’evento era parte del tour europeo della Metro Industrial Areas Foundation (Metro IAF), una rete di più di 2.500 tra congregazioni religiose, sindacati locali, associazioni civiche e altri gruppi di cittadini degli Stati Uniti che ha recentemente lanciato una campagna sulla regolamentazione della vendita di armi denominata “Do not stand idly by” (Non restare indifferente).
La delegazione di Metro IAF è stata accolta a Brescia da OPAL, l’Osservatorio Permanente sulle Armi Leggere con sede nella città lombarda che ha promosso una conferenza stampa e un incontro con la cittadinanza. «Abbiamo accolto la delegazione – ha detto Piergiulio Biatta, presidente di OPAL Brescia – perché crediamo sia importante sostenere ogni sforzo come quello promosso dalla Metro IAF per una regolamentazione rigorosa delle armi in ogni paese del mondo. Come cittadini di associazioni che hanno sede nella provincia italiana maggior produttrice ed esportatrice di armi da fuoco abbiamo una particolare responsabilità e non possiamo permetterci di sottovalutare le implicazioni sociali e sulla sicurezza dell’uso di queste armi».
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