La Legge di Stabilità per il 2014 tra poche luci e troppe ombre

 

La battaglia degli emendamenti alla Legge di Stabilità 2014, conclusasi in Commissione Bilancio e sulla quale ci si appresta al passaggio definitivo in aula, con imposizione di voto di fiducia, lascia sul campo non poche vittime e poche soddisfazioni. Nel dossier della Camera |D0006A che ricapitola tutti gli emendamenti approvati in Commissione e che vanno a integrare, completare e, in definitiva, aggiornare il maxi-emendamento governativo sul quale è atteso il passaggio finale in aula, alla voce più significativa ai fini pubblici e sociali, quella inerente le cosiddette “Autorizzazioni di Spesa”, si registrano alcune novità assai interessanti e parecchio significative, non sempre, per non dire quasi mai, nella direzione auspicata, soprattutto dal Terzo Settore e dalle organizzazioni sociali e di pace.

All’art. 1 c. 25 è previsto l’incremento della copertura finanziaria di quota parte degli oneri che riguardano le assunzioni delle forze di polizia per l’implementazione dei servizi connessi all’EXPO 2015. All’art. 1 c. 60 (bis, ter e quater) si autorizza la spesa di 126 milioni di euro nel biennio 2014-2015 per le forze di polizia per l’implementazione dei servizi ancora connessi all’EXPO 2015; si incrementa di 100 milioni per il 2014 il trattamento accessorio del personale dei corpi di polizia; si coprono in parte tali stanziamenti (il secondo dei quali in deroga) con la riduzione di 207 milioni nel biennio 2014-2015 del FISPE (Fondo Interventi Strutturali di Politica Economica). All’art. 1 c. 130 bis viene incrementato di 40 milioni di euro per il 2014 il fondo per gli interventi di emergenza umanitaria nel territorio nazionale relativi ai flussi in provenienza dal Nord Africa, con contestuale riduzione, a copertura, per 30 milioni, del fondo di solidarietà comunale e per 10 milioni del fondo per il credito dei nuovi nati (per il 2014). All’art. 1 c. 134 bis è rifinanziato con 500.000 euro (2014) il fondo nazionale consiglieri di parità a valere delle risorse del fondo sociale occupazione e formazione.

L’art. 1 c. 162 bis intende porre le “premesse dell’istituzione di un contingente di corpi civili di pace” mediante la spesa di tre milioni per l’intero triennio 2014-16 per la formazione di cinquecento giovani da impiegare “in azioni di pace non-governative in aree a rischio di conflitto ovvero già in conflitto, o in caso di emergenze ambientali”, nell’ambito del servizio civile, per la precisione, “organizzato secondo quanto previsto dall’art. 12 del D.Lgs. 77/2002, che disciplina lo svolgimento del servizio civile nazionale all’estero”. Tale articolo, infatti, ponendo tale misura in continuità con le sperimentazioni, attive sin dal 2004-2005, di caschi bianchi e per il servizio civile all’estero in zone di conflitto o post-conflitto, disciplina lo svolgimento del servizio civile nazionale all’estero “anche per brevi periodi e per le finalità previste dall’art. 1, c. 1, lettera e), della legge 6 Marzo 2001, n. 64” vale a dire in particolare: «contribuire alla formazione civica, sociale, culturale e professionale dei giovani mediante attività svolte anche in enti e amministrazioni operanti all’estero».

Come è stato recentemente riportato anche dal quotidiano online vita.it, il commento, tra gli altri, di Luigi Bobba (PD), membro della Commissione Bilancio della Camera, al di là di qualche segnale positivo, indica come il bilancio per il mondo dell’associazionismo, del welfare e della pace, non sia confortante e la battaglia degli emendamenti non si sia conclusa con il successo sperato. «Il 5 per mille resta bloccato da un tetto a 400 milioni e i fondi sociali più importanti non sono stati toccati». Il fondo per le dotazioni per la non autosufficienza resta fermo a 350 milioni, fermo il fondo per l’estensione della social card a livello nazionale, niente aumento di fondi per il servizio civile, niente aumento di finanziamenti per il fondo famiglia. Tra i pochi segnali positivi: il fondo per la cooperazione internazionale è stato aumentato di 10 milioni, il mini-fondo per le derrate alimentari ai poveri passa da 5 a 10 milioni, vengono stanziati contributi per alcuni importanti progetti culturali, come l’Orchestra dei Popoli del Mediterraneo presso il Teatro S. Carlo di Napoli. Troppo poco, però, nell’insieme, per cambiare il profilo complessivo di una manovra, l’ennesima, assai deludente.