Migliaia di persone in 263 città di 43 Paesi in tutto il mondo hanno preso parte oggi a manifestazioni pacifiche di solidarietà con gli Arctic30, in carcere da 2 mesi in Russia, in seguito alla protesta contro la piattaforma petrolifera della Gazprom.
Ieri il Comitato Investigativo russo ha annunciato che farà richiesta per estendere di tre mesi la carcerazione preventiva. Le richieste formali saranno presentate davanti ai giudici a partire dalla prossima settimana.
Molte delle manifestazioni hanno lo scopo di rendere pubblico il ruolo avuto da Gazprom (e del suo partner Shell), che chiese l’intervento delle Forze Speciali Russe cui seguì il sequestro della nave “Arctic Sunrise” e l’incarcerazione dell’equipaggio. Oggi in Brasile, Argentina, Stati Uniti e Polonia si sono tenuti concerti di solidarietà, mentre in Gran Bretagna Greenpeace ha protestato in oltre 60 stazioni di servizio della Shell. In India, usando il numero 30, si svolgono 30 ore di protesta in 30 città. In Germania, invece, si sono svolte marce con le lanterne di fronte ai consolati della Russia.
I volontari di Greenpeace sono scesi nelle piazze di tutta Italia per chiedere ai sindaci di esprimere la propria solidarietà verso Cristian d’Alessandro e gli altri attivisti di Greenpeace detenuti in Russia.
“Chiediamo ai Sindaci italiani di prendere posizione a favore dell’attivismo nonviolento e contro le trivellazioni nell’Artico – dichiara Cristiana De Lia, responsabile della campagna Artico –. Greenpeace ha già raccolto in tutto il mondo la solidarietà di personalità come Desmond Tutu, Aung San Suu Kyi, Paul McCartney e, in Italia, Dario Fo e 139 parlamentari. Ora chiediamo anche ai altri sindaci italiani di sostenere la causa, al fine di ottenere un sempre più largo appoggio da parte delle istituzioni. In particolare, speriamo che anche il Primo Ministro Enrico Letta intervenga in merito e si esprima a sostegno di Cristian e di tutti gli Arctic30”.
Greenpeace chiede l’immediato rilascio delle persone detenute in Russia, recluse per aver protestato pacificamente al fine di proteggere l’Artico dalle trivellazioni che minacciano questo fragile ecosistema con possibili conseguenze disastrose per tutto il Pianeta.
“Se Gazprom crede che gli Arctic30 debbano essere scarcerati può usare la sua enorme influenza per ottenerlo. Allo stesso modo Shell, se tace, vuol dire che ritiene il suo accordo commerciale per il petrolio artico più importante della libertà di 30 innocenti” sottolinea De Lia.
Il direttore esecutivo di Greenpeace International, Kumi Naidoo, ha scritto al capo della Gazprom, Alexey Miller: “Se la sua compagnia è impegnata seriamente a rispettare la libertà di espressione e la protesta pacifica, la prego di esercitare l’enorme influenza che ha in Russia per chiedere la scarcerazione degli Arctic30”.