Oggi anche l’attivista italiano Cristian D’Alessandro è stato rilasciato su cauzione dal centro di detenzione SIZO1 a San Pietroburgo. Le condizioni del suo rilascio, se gli sarà possibile rimpatriare o dovrà rimanere in Russia, non sono ancora note.
La libertà su cauzione è stata concessa martedì dal tribunale di San Pietroburgo dietro il pagamento di una cauzione di 2 milioni di rubli, circa 45 mila euro. La cauzione è stata pagata con i fondi di Greenpeace International.
Appresa la notizia, la madre di Cristian, Raffaella, ha commentato:
«Siamo davvero felici che Cristian possa finalmente uscire dal centro di detenzione in cui è stato negli ultimi due mesi. Come madre, questo è di grande conforto per me, e rappresenta un primo passo importante per dimostrare che mio figlio non ha commesso nessuno dei crimini per i quali lui e i suoi compagni sono accusati. Adesso non vediamo l’ora di poter parlare con lui. Il mio pensiero va oggi anche ai familiari di Colin, al quale la detenzione è stata prolungata, nella speranza che presto anche la sua situazione venga risolta. Ringrazio naturalmente il Ministero degli Affari Esteri e la rappresentanza diplomatica in Russia per il loro prezioso aiuto».
Sono già sei gli attivisti di Greenpeace rilasciati tra ieri e oggi dopo più di 60 giorni di carcere. Il direttore esecutivo di Greenpeace Italia, Giuseppe Onufrio ha commentato: «Vedere finalmente Cristian uscire dal centro di detenzione è un’immagine di speranza che tutti noi abbiamo aspettato con ansia negli ultimi mesi. Ora aspettiamo che tutti gli attivisti, incluso l’australiano a cui la libertà su cauzione è stata negata, escano dal carcere. Siamo sollevati, ma non stiamo festeggiando: sono tutti ancora accusati di vandalismo, un crimine molto serio che non hanno commesso, e rischiano anni di carcere. Gli Arctic30 saranno liberi quando cadranno le accuse ingiuste anche l’ultimo di loro sarà tornato a casa dalla propria famiglia».