Premesso che l’11 settembre del 1973, esattamente quarant’anni fa, a Santiago del Cile, in coincidenza con il colpo di Stato militare guidato da Augusto Pinochet, moriva il leader cileno socialista Salvador Allende e si interrompeva così il sogno democratico di Unidad Popular. Allende fu Presidente del Cile dal 3 novembre 1970 fino alla destituzione violenta a seguito del colpo di stato militare. Laureatosi in medicina all’Universidad de Chile, ne fu allontanato e venne inquisito per motivi politici alla fine degli studi. Nel 1933 partecipò alla fondazione del Partito socialista cileno. Successivamente fu eletto deputato nel 1937, nel 1943 venne scelto come segretario dei socialisti e ricoprì la carica di Ministro della Sanità, infine nel 1945 fu eletto senatore. Nel 1970 ottenne la vittoria elettorale e fu nominato Presidente della Repubblica del Cile, quindi presiedette un governo di coalizione. I suoi sostenitori si riferivano a lui come Compañero Presidente e alcuni lo annoverano tra i pochi rivoluzionari nonviolenti dell’America Latina. Premesso che quarant’anni dopo l’11 settembre 1973, segnato dall’assalto dei militari al Palazzo della Moneda, è ormai sedimentata nella memoria collettiva la certezza che si trattò di un’ azione contro la libertà e contro la democrazia di uno stato sovrano e che la presenza oggi della democrazia in quasi tutti i paesi dell’America latina sia frutto anche di quel sacrificio. Considerato che nel rispetto di tutti coloro che quarant’anni fa scesero in piazza anche a Milano contro il golpe di Pinochet e per la morte di Salvador Allende, è doveroso che non vada perduta la memoria di quei tragici eventi del settembre 1973 e che al contrario rimanga chiaro e forte il ricordo di un sacrificio in nome della libertà e della democrazia. Chiede al Sindaco e alla Giunta di individuare una via o una piazza di Milano da dedicare alla memoria del leader cileno Salvador Allende |
Roberto Biscardini, consigliere comunale del Partito Socialista Italiano.