Sono almeno 20 i profughi siriani, per lo più donne e bambini, che dalla Sicilia sono riusciti a raggiungere Milano, nella speranza di poter prendere un treno per il Nord Europa e ricominciare da capo, lasciandosi alle spalle il conflitto in patria, le violenze, e la pericolosissima traversata del Mediterraneo. L’assessore alle Politiche sociali Pierfrancesco Majorino si è recato alla Stazione Centrale per avere un quadro della situazione.
Per assistere e informare i profughi, il Comune sta chiamando a raccolta le associazioni che si occupano di emergenze sociali “per costituire un tavolo di coordinamento”. Alcune associazioni hanno già risposto all’appello, adoperandosi per trovare alloggi temporanei a queste famiglie e per raccogliere cibo, vestiti e beni di prima necessità. Si tratta però di piccoli interventi e per questo l’assessore ha sottolineato la necessità di un piano di coordinamento nazionale per affrontare il problema, perché si prevede che sempre più profughi giungeranno a nord nel tentativo di raggiungere le tanto agognate mete del Nord Europa.
A questo proposito, Majorino ha osservato che il governo italiano potrebbe intraprendere delle iniziative con quello svedese, aprendo ad esempio un corridoio umanitario: “Dal momento che Stoccolma è disposta ad accogliere rifugiati, perché i due governi non si mettono d’accordo e creano un corridoio umanitario europeo per lasciarli passare? […] Si potrebbe sospendere il regolamento Dublino II”, che obbliga i profughi a chiedere asilo nel primo paese in cui giungono.
A complicare la situazione, vi è l’attività di approfittatori che avvicinano i profughi chiedendo centinaia di euro in cambio di biglietti, viaggi in macchina oltre i confini, promettendo di portarli a destinazione evitando i controlli alle frontiere. “È una cosa che non possiamo accettare”, denuncia l’assessore, che aggiunge: “Ci sono diverse modalità possibili per garantire una migrazione in condizioni trasparenti: l’importante è aprire gli occhi e non far finta di nulla […] Si possono fare scelte diverse, e vanno tutte bene. Innanzi tutto, non bisognerebbe abbandonare queste persone dopo lo sbarco, ma seguirle e informare le istituzioni del Nord del loro arrivo”.
Samantha Falciatori
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