Paese abitualmente associato ad arretratezza, povertà e fame endemica, il Bangladesh ha oggi il primato nella regione per i risultati nella riduzione della sottoalimentazione. Dietro ai due grandi vicini India e Pakistan negli anni Novanta del secolo scorso, il paese li ha superati di slancio, dimezzando le proprie statistiche della fame.
Globalmente il Bangladesh è uno dei 10 paesi che più hanno avuto successo nel ridurre la fame della propria popolazione negli ultimi vent’anni e il primo quanto a risultati in Asia meridionale. A giocare insieme ideazione di inziative e volontà di concretizzarle. Per il paese, la sfida è soprattutto di evitare le crisi stagionali determinate dai raccolti, con i prezzi di generi alimentari essenziali che salgono fino a rendere assai precarie le condizioni, soprattutto, dei poveri considerati permanenti.
Un gran contributo lo ha dato la crescita congiunta di reti di sostegno locale e del microcredito, ma di rilievo è anche l’impegno governativo. Il Bangladesh ha una legislazione specifica per tutelare la sicurezza alimentare. La costituzione chiede espressamente allo stato, nell’articolo 15, di fornire ai cittadini il necessario per vivere, incluso il cibo. Ogni bilancio governativo prevede una voce separata per l’alimentazione.
Dal 1995 il Progetto di nutrizione integrata del Bangladesh ha contribuito a migliorare le produzioni alimentari, integrato nel 2002 dal Programma alimentare nazionale che si coordina con il Programma esteso per le vaccinazioni e l’integrazione di Vitamina A.
Infine, nel 2012 il governo di Dhaka si è impegnato espressamente davanti alle parti sociali a garantire la sicurezza alimentare “per tutti gli abitanti del paese in ogni momento”.
Tutti contributi alla soluzione di un problema che comunque permane, almeno per i 25 milioni di bangladeshi (17% della popolazione) che soffrono sempre o periodicamente la fame. Dati aggravati dalla situazione dei più piccoli: il 41% dei bambini sotto i cinque anni è a rischio di denutrizione e per un altro 16% la sopravvivenza è considerata “a grave rischio”.
Tuttavia, l’esempio del Bangladesh risalta nella situazione dell’Asia meridionale, complessivamente da quest’anno dietro all’Africa sub-sahariana quanto a ritmo di riduzione della fame.