È stata inaugurata venerdì scorso la moschea di Colle Val d’Elsa. L’edificio, sormontato da un piccolo minareto in cristallo e dalla mezzaluna, si estende tra i vigneti e gli ulivi del Chianti per una superficie di circa 300 metri quadrati. Potrà accogliere quasi 400 fedeli ed è costata 1,5 milioni, provenienti principalmente dalla fondazione Qatar Charity e dal Monte dei Paschi. L’interno è agghindato con un tappeto egiziano azzurro, un lampadario dorato dall’Arabia Saudita, colonne verdi e decorazioni in gesso marocchino.
L’interreligiosità sarà il fiore all’occhiello della moschea, dove saranno organizzati dibattiti e incontri promossi dal comitato scientifico paritetico composto da otto saggi, quattro nominati dalla comunità islamica e quattro nominati dal Comune di Colle Val d’Elsa. È la prima moschea italiana dove la programmazione degli eventi è cogestita da autorità civili e religiose.
Decine i fedeli musulmani, alcuni anche italiani, presenti all’inaugurazione, felicissimi di poter pregare in un luogo di culto “finalmente adeguato”. Sono circa 30 mila i musulmani nella provincia di Siena. Provengono da Marocco, Algeria, Kosovo, Albania, Tunisia, Senegal e molti di loro hanno figli nati in Italia.
Alla cerimonia d’inaugurazione, oltre all’imam Elzir, hanno partecipato i rappresentati di istituzioni e confessioni religiose: il rabbino di Firenze Joseph Levi e la presidente della comunità ebraica fiorentina Sara Cividalli, il prefetto di Siena Renato Saccone e il vescovo di Siena Antonio Buoncristiani.