L’ultima notizia raccapricciante dalla Siria (il napalm contro una scolaresca) si rivela una bufala. Non importa: come la notizia raccapricciante che l’ha preceduto (l’uso di gas letale, realmente avvenuto), questo “scoop” viene subito strumentalizzato per chiedere un intervento militare USA. Ma quest’interminabile sfilza di notizie orrende dalla Siria può essere fermata, se riconosciamo che i mandanti siamo noi e se ripudiando il giornalismo sensazionalistico.
Sono davvero abili gli operatori della guerra psicologica al servizio dalla CIA, i quali riescono ad inventare di continuo e “videoregistrare” eventi sempre più raccapriccianti da attribuire al governo siriano di Bashar al-Assad, eventi assai più terribili di quelli già terribili che vengono commessi comunque in Siria, dalle diverse parti coinvolte in una cruente guerra per procura. Questi mega orrori vanno dai bambini dalle gole tagliate “dai sicari del regime” a Houla un anno fa, ai 1700 morti per gas a Ghouta (un sobborgo di Damasco) il 21 agosto, ai “bambini bruciati vivi in una scuola”, ossia l’ultima horror story in ordine di tempo, diffusa la settimana scorsa dalla BBC e prontamente smontata come bufala sul blog di Francesco Santoianni. ( http://www. francescosantoianni.it/ wordpress/?p=989 )
Anche quando ci accorgiamo che sono delle messe in scena recitate da attori improvvisati, come nel caso della bufala smontata da Santoianni, questi video sono pur sempre orripilanti. Ma diventano orripilanti per davvero quando ci accorgiamo che ciò che è stato filmato, come a Houla e a Ghouta, non è affatto una recita ma la realtà e, nel contempo, anche una messinscena. Cioè una montatura. Infatti, dagli indizi più attendibili raccolti, sembra ormai chiaro che in questi due casi (per non parlare di altri), i ribelli siriani, pur di avere dei cadaveri reali da filmare per noi guardoni occidentali (nonchè da mostrare agli ispettori ONU in arrivo), abbiano tagliato loro stessi la gola ai bambini di Houla e lanciato loro stessi le granate a gas letale contro una fazione rivale a Ghouta. (Nel secondo caso, i ribelli sono stati aiutati da professionisti esterni, dotati di armi attribuibili ad Assad, per ingannare gli ispettori ONU.) Lo scopo di entrambe le messinscene: screditare il regime e quindi fornire agli USA un pretesto per intervenire militarmente al loro fianco. I ribelli sanno di non poter vincere altrimenti.
Quindi, in un caso come nell’altro, i mandanti involontari di queste messinscene orribili – recitate o fatte accadere realmente – siamo noi telespettatori occidentali. Infatti, questi video sono stati ideati e girati – usando attori sdraiati a terra o creando cadaveri reali da filmare – proprio per noi. I ribelli (e i loro suggeritori della CIA) sanno perfettamente che il telespettatore medio in Occidente s’interessa alla Siria solo se vede scene raccapriccianti; per cui sanno di dover – per forza – sfornare notizie ogni settimana più orrende perché il loro messaggio, a favore di un intervento armato, ci arrivi.
Spetta a noi, dunque, gli “utenti finali” (e quindi indirettamente i committenti) di queste notizie sensazionalistiche, porre un altolà. In che maniera?
Se non possiamo fermare gli “orrori ordinari” che vengono commessi in una guerra cruenta come quella siriana, possiamo perlomeno fermare i “mega orrori” che vengono deliberatamente messi in scena per condizionarci, boicottando i mass media che li divulgano. Così, facendo calare l’audience e quindi gli introiti pubblicitari di questi mass media, riusciremo ad imporre un silenzio stampa sulle notizie sensazionalistiche – come si fa per i sequestri. Con il risultato che, non avendo più riscontri nei media, le messinscene raccapriccianti cesseranno di essere realizzate. E noi non saremo più strumentalizzati.
Detto ciò, dobbiamo riconoscere che, in un certo senso, è un vero peccato – consentitemi un po’ di ironia – che noi non possiamo reclutare questi abili sceneggiatori della CIA e farli lavorare invece per le popolazioni che l’Occidente bombarda di continuo. Sarebbero in grado di ideare servizi – questa volta basandosi su fatti reali, non messinscene o montature – che fanno vedere tutto l’orrore dei droni USA nello Yemen e nel Pakistan (dove i bambini vengono bruciati vivi per davvero) e dei bombardieri italiani e alleati in Afghanistan (dove perfino le feste di nozze vengono fatte saltare in aria dalle bombe occidentali). In pratica, video di eventi veri, ma realizzati in chiave sensazionalistica per “bucare” i tg occidentali e le prime pagine dei giornali. Sarebbe una trovata gentiale, no?
Certo, esistono già molti video realizzati da tempo sulle devastazioni causate dalle truppe occidentali nei paesi del terzo mondo. Ma questi video – girati soprattutto dai contadini del luogo e caricati malamente su YouTube – vengono totalmente ignorati dai nostri tg. Evidentemente, secondo i caporedattori, sono troppo rozzi, fatti senza criterio, rischiano di non fare audience. Servirebbero, dunque, davvero a questi contadini potersi avvalere di esperti in guerra psicologica e in video propaganda, disposti a passare dalla loro parte – altri Bradley Manning e Edward Snowden, per dire. (E qui finisce l’inciso ironico.)
L’ironia, infatti, sta nel fatto che il vero motivo – diciamocelo francamente – per il quale i video di questi contadini non vengono mostrati nei nostri tg è che i loro contenuti sono troppo scottanti: mettono sotto accusa l’Occidente. Toccano tasti dolenti. Per cui non servirebbe a nulla realizzarli con maggiore criterio, con l’aiuto di esperti – sarebbero censurati lo stesso.
Donde questo paradosso: noi in Occidente sappiamo più sugli orrori commessi dal governo alawita-sunnita in Siria di quanto non sappiamo sugli orrori commessi dal nostro stesso governo due anni fa in Libia e ininterrottamente, da dodici anni, in Afghanistan. I nostri tg ci mostrano i video di cadaveri carbonizzati solo se sono di siriani bombardati da Assad (o dai ribelli e poi attribuiti ad Assad per fare propaganda), ma non se sono di somali bombardati dai droni statunitensi, pilotati a partire dalla base di Sigonella in Sicilia.
A questo punto diventa chiaro perché, da oltre due anni, la CIA aiuta così tanto i ribelli siriani a realizzare video e a scattare foto ben messe in scena (con occasionali sbavature come nel video smontato da Santoianni) e comunque sempre più raccapriccianti. Questi video e queste immagini servono non solo ad incitare l’opinione pubblica occidentale a sostenere un intervento militare USA in Siria a fianco dei ribelli (l’obiettivo principale, già menzionato); ma servono anche a distrarre l’opinione pubblica occidentale dagli orrori commessi nel mondo dalle proprie forze armate, e da quelle dei loro alleati.
E’ dunque anche per questo secondo motivo che i padroni dei mass media ci fanno focalizzare tutta la nostra attenzione sugli orrori commessi in Siria: per distogliere il nostro sguardo da ciò che fanno realmente le nostre missioni militari all’estero. Occhio non vede, coscienza non duole. Perchè se ne diventassimo davvero consapevoli, sicuramente insisteremmo perchè il governo ritiri subito le truppe dall’Afghanistan e chiuda subito la base droni di Signonella. Se diventassimo consapevoli che l’attuale guerra in Siria è una guerra per procura in cui noi occidentali siamo coinvolti dietro le quinte sin dall’inizio, allora ci schiereremmo recisamente contro ogni ulteriore intervento militare esterno in Siria e a favore di un blocco totale delle armi provenienti clandestinamente dalle nostre industrie belliche. Prima di fare pulizia in Siria, faremmo pulizia in casa nostra.
Ovviamente tutto ciò rovinerebbe i piani di egemonizzazione del mondo, tramite la proiezione delle proprie forze armate sull’intero pianeta, che la NATO Globale ha teorizzato quindici anni fa e votato a Chicago un anno fa. In compenso e in positivo, obbligherebbe i nostri governi a trattare con i paesi emergenti o già emersi, invece di cercare di sottometterli con la forza per ripartire le ricchezze naturali del mondo e per ricomporre le divisioni geopolitiche. E così, cercando di promuovere i nostri interessi con l’ingegno anziché con la violenza, diventeremmo finalmente una razza… umana.
Un sogno? Intanto possiamo cominciare a realizzarlo. Possiamo dedicarci, anzitutto, alla madre di tutte le battaglie politico-sociali: la lotta per spezzare il controllo delle informazioni da parte dei ceti dominanti, a partire dalla creazione di un autentico pluralismo ed equilibrio nei mass media. In che modo?
Possiamo cominciare la nostra lotta in piccolo, selezionando bene i media che usiamo per informarci, dando più spazio a quelli alternativi in Internet. Come si è già detto, possiamo boicottare e far boicottare i mass media dominanti che, pur di demonizzare un regime da rovesciare, si abbassano fino al punto di rifilarci bufale sensazionalistiche – come ha fatto la BBC la settimana scorsa (ma non è la prima volta). Possiamo imparare ad essere fruitori attivi dei media che parlano di attualità, commentando gli articoli che leggiamo – non con battute, ma con ragionamenti filati – e poi passando a scrivere recensioni e articoli per questi media, se sono aperti a contributi esterni. Non allo scopo di diventare giornalisti (seppure questo metodo è un ottimo primo passo), ma per chiarire i fatti e le nostre idee esponendoli per iscritto.
Infatti, lo scrivere affina la lettura. Più scriviamo sull’attualità e più capiamo gli articoli d’attualità altrui che leggiamo. E meno dipendiamo dai mezzibusti in tv per spiegarci come va il mondo. Diventiamo così cittadini autonomi e consapevoli. Pronti ad iniziare la seconda fase della lotta per spezzare il monopolio delle informazioni mainstream. Ma di questo parleremo in altra sede.
Note: