Nel 1991 la guerra devastante contro l’Iraq fu definita blandamente «operazione di polizia internazionale». Anche adesso qualcuno si ostina a definire «necessario poliziotto di quartiere» quello che in realtà è un «signore della guerra», che conduce all’estero devastanti operazioni di regime change con pretesti umanitari, bugiardo come tutti i warlords.
Non è solo la Russia a ritenere ridicola la «pistola fumante» di Kerry, ovvero l’accusa secondo la quale l’esercito siriano avrebbe usato armi chimiche il 21 agosto alle porte di Damasco.
Come si legge qui un rapporto di 100 pagine di esperti , presentato (invano) all’Onu, dalla Russia indica che il gas sarin è stato usato dagli armati dell’opposizione a Khal el Assad nel marzo scorso. E quanto all’uso del gas alla periferia di Damasco il 21 agosto, il casus belli della prossima guerra, secondo il ministro degli esteri russo non si può trascurare l’avvelenamento del quale hanno sofferto nei giorni seguenti i soldati siriani in tre località Jobar, Sahnaya, and al-Bahariya alle quali la Siria ha chiesto di estendere le indagini Onu.
Giorni fa anche quattro funzionari dei servizi segreti Usa in condizioni di anonimato hanno detto all’Associated Press che è totale la confusione circa l’ubicazione attuale delle testate chimiche in Siria e chi le possegga e le usi (del resto, mesi fa Obama si era mostrato inquieto rispetto alla possibilità che armi chimiche finissero «nelle mani sbagliate»). L’israeliana Haaretz riporta che per Lawrence Wilkerson, ex membro dell’amministrazione Bush (che ha poi aspramente criticato per l’azione in Iraq), Israele potrebbe aver condotto l’operazione false-flag, ai danni del nemico Assad. Il sito dell’opposizione non armata Syriatruth insiste invece nel sostenere che i responsabili sono un gruppo armato, che aveva già pianificato la cosa per creare il casus belli durante la visita degli ispettori Onu. Di un incidente provocato da ribelli parlano sostenitori di questi ultimi, a due reporter dell’Associated Press. Del resto gli ispettori dell’Onu erano in Siria anche per indagare su un attacco chimico, a Khan al Assal, del quale era accusata l’opposizione – anche secondo un rapporto ufficiale russo di 80 pagine e le parole in maggio della Commissaria Onu Carla del Ponte.
C’è chi poi fa notare che Kerry parla di dati vecchi: riferisce di 1.300 morti, cioè la prima cifra buttata lì il giorno stesso dall’opposizione armata siriana insieme a video contraddittori e almeno in parte artefatti, come molti altri provenienti dalla Siria. Kerry ha inoltre usato strumentalmente come «prova del nove dei fatti e dei colpevoli» un comunicato dell’organizzazione Medici senza Frontiere che infatti ha poi intimato media e potenze di non usare per fini bellici il comunicato del 24 agosto, nel quale riferiva di aver saputo al telefono (non essendo presente in loco) che alcuni centri medici intorno a Damasco avevano ricoverato oltre mille persone con sintomi neurotossici, oltre trecento i morti. Msf aveva precisato di non poter determinare né di che si trattasse né chi fosse il responsabile. Msf adesso tace … non sarà che gli “attivisti” locali hanno ingannato anche questa grossa organizzazione?
Articolo originale: http://www.sibialiria.org/wordpress/?p=1964