Diversamente dal gas naturale convenzionale, contenuto in una roccia permeabile che permette uno sfruttamento relativamente semplice, il gas di scisto è intrappolato nelle porosità di una roccia resa impermeabile dall’argilla che contiene.
L’estrazione del gas di scisto, particolarmente difficile, richiede il ricorso sistematico alle tecniche della perforazione diretta e della fratturazione idraulica, molto costose. Il tipo di roccia che funge da serbatoio per il gas di scisto può contenere anche olio di scisto (petrolio), ma in proporzioni molto minori.
Lo sfruttamento su larga scala del gas di scisto ha preso avvio nel corso degli anni 2000, quando il prezzo degli idrocarburi si è stabilito durevolmente sopra una soglia elevata in relazione con il ristagno della produzione del petrolio e del gas convenzionale e la crescita del consumo energetico mondiale.
Questi prezzi, insieme ai progressi nel campo delle tecniche di estrazione, hanno permesso di finanziare gli importanti investimenti necessari per consentire la messa in produzione di numerosi pozzi negli Stati Uniti. Questo paese ha avuto un ruolo pionieristico nello sviluppo di questa nuova risorsa: nel 2013, il gas di scisto vi rappresenta una percentuale significativa del mix energetico.
Grazie al gas di scisto gli Stati Uniti sono ridiventati esportatori netti di gas naturale e in futuro dovrebbero essere di nuovo esportatori netti di energia.
Le riserve ipotetiche nel mondo sono stimate a 206.000 miliardi di m³ di gas di scisto (il 32 % delle riserve totali di gas naturale) e 345 miliardi di barili d’olio di scisto (il 10 % delle riserve totali di petrolio). Le riserve di gas di scisto sono distribuite su tutti i continenti ma la Cina, l’Argentina, l’Algeria e gli Stati Uniti ne sono in quest’ordine i maggiori detentori. Già ora l’aumento della produzione di gas di scisto negli Stati Uniti ed in Canada sta comportando una pressione sul prezzo del gas che impedisce ormai alla Russia di dettare prezzi elevati per il gas naturale che esporta verso l’Europa.
I problemi ambientali, constatati o presunti, associati all’estrazione del gas di scisto, in particolare l’utilizzo intensivo delle riserve d’acqua e il loro inquinamento, comportano in alcuni paesi una diffidenza di una parte dell’opinione pubblica rispetto allo sfruttamento di questa risorsa.
L’argomento è oggetto di polemiche molto vivaci che oppongono coloro che vi vedono un mezzo per diminuire le importazioni energetiche ed aumentare i redditi del paese e gli industriali del settore petrolifero da una parte, e dall’altra diversi movimenti che evidenziano i problemi ecologici. Per questo motivo, in alcuni paesi, come la Francia, la ricerca e la produzione di gas di scisto sono dal 2013 in moratoria.
Fonte originale: http://lejournaldusiecle.com/2013/09/18/le-gaz-de-schiste-cest-quoi/
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Traduzione dal francese di Giuseppina Vecchia