Sono stati quasi 2.000 gli stranieri e i cittadini italiani che hanno partecipato, lo scorso sabato 28 settembre, ad una manifestazione promossa dalle associazioni Diritti per Tutti, Comitato provinciale contro gli sfratti e Cross Point per protestare contro la legge Bossi-Fini, chiedendone l’abolizione, contro lo sfruttamento, contro gli sfratti (divenuto un problema serio a Brescia e spesso dovuti a morosità incolpevole) e per chiedere la cittadinanza e i permessi di soggiorno. Non ci sono stati disordini e i manifestanti hanno sfilato in corteo per le vie cittadine alzando striscioni con messaggi quali “Basta Bossi-Fini, permesso per tutti”, “Basta lager, chiudere i Cie” o “La casa è un diritto”.
Tra le richieste avanzate, il diritto di rimanere in Italia, il diritto alla casa e una sanatoria per tutti coloro che da anni attendono di ricevere il permesso di soggiorno, ma non riescono ad averlo a causa delle esasperanti lunghezze burocratiche. Infatti, una tappa del corteo è stata proprio la Prefettura di Brescia per protestare contro la lentezza con cui si stanno esaminando le richieste. Una manifestazione che ha, dunque, riunito diverse battaglie condotte negli ultimi mesi per il riconoscimento dei diritti degli immigrati.
Ciò che viene contestato alla legge Bossi-Fini è che, vincolando il permesso di soggiorno al contratto di lavoro, condanna alla clandestinità i molti immigrati in cerca di un contratto regolare o che perdono il lavoro a causa della crisi economica. La Bossi-Fini, secondo le associazioni promotrici, produce discriminazioni, ricatti e precarietà. Per leggere il comunicato ed ascoltare le voci dei manifestanti e degli organizzatori, si rimanda alla “diretta” curata da Radio Onda d’urto.
Samantha Falciatori