“Oggi il Parlamento Europeo ha perso l’occasione di promuovere il consumo e la produzione di biocarburanti sostenibili”. Questo il primo commento di ActionAid e Oxfam Italia dopo il voto dell’11 settembre a Strasburgo sulla proposta di modifica del cosiddetto “pacchetto ILUC”, che riguarda le emissioni indirette determinate dall’utilizzo di coltivazioni agroalimentari a fini energetici.
Per migliorare la performance ambientale e sociale dei biocarburanti europei lo scorso ottobre la Commissione ha proposto di dimezzare l’utilizzo di quelli di “prima generazione”, cioè quelli ricavati a partire da coltivazioni alimentari, rispetto all’obiettivo del 10% di energia da fonti rinnovabili nel settore dei trasporti. Il Parlamento ha votato ora, a stretta maggioranza, per portare questa soglia al 6% sull’utilizzo di biocarburanti realizzati a partire da coltivazioni alimentari o energetiche dedicate.
“Si tratta di un voto deludente che, se da un lato riconosce gli enormi problemi sociali e ambientali che i biocarburanti di prima generazione causano, dall’altro non offre nessuna soluzione efficace alle conseguenze negative che producono su scala globale sulla sicurezza alimentare e l’ambiente”, ha affermato Elisa Bacciotti, Direttrice Campagne di Oxfam Italia.
L’attuale media di miscelazione europea , pari al 4,5%, fa sì che vi sia un consistente margine per l’aumento del consumo di biocarburanti di prima generazione in Europa nei prossimi anni. “Con il suo voto per un 6% – riferiscono ActionAid e Oxfam Italia – il Parlamento Europeo ha deciso oggi di destinare alla produzione di biocarburanti un quantitativo di prodotti agricoli capace di sfamare oltre 200 milioni di persone”.
“In un mondo dove quasi una persona su otto è affamata, e dove il rialzo dei prezzi alimentari, spinto anche dalla domanda agro energetica, è un problema di portata epocale per il futuro di miliardi di persone, ci aspettavamo che il Parlamento Europeo desse un segnale più forte rispetto alla proposta della stessa Commissione”, ha spiegato Marco De Ponte, Segretario Generale di ActionAid.
Si tratta dunque di un compromesso al ribasso, frutto dell’azione delle lobby europee sui biocarburanti, che beneficiano di un mercato ad hoc sussidiato dall’Unione Europea e che costa ai Paesi membri 6 miliardi di euro l’anno. È un risultato che poteva dunque essere addirittura peggiore – spiegano ancora da ActionAid e Oxfam Italia – se non si fosse mobilitata la società civile a livello europeo: grazie alla petizione lanciata da ActionAid e Oxfam Italia su Change.org, in appena due settimane oltre 20mila italiani hanno chiesto agli eurodeputati di votare contro i biocarburanti che causano la fame (#NoFoodForFuel). Nell’ultimo anno, inoltre sono state quasi 250mila le persone che a livello europeo si sono mobilitate per chiedere alle istituzioni comunitarie e ai Paesi membri di promuovere politiche sostenibili sui biocarburanti.
Adesso è il turno del Consiglio Europeo che dovrà pronunciarsi sulle modifiche votate dal Parlamento. Con il voto di oggi, pur deludente e inadeguato, il Parlamento ha comunque lanciato un messaggio importante sulla necessità di porre un tetto al consumo di biocarburanti che provocano la fame. “Chiediamo ai Ministri dell’Ambiente e dello Sviluppo Economico, Orlando e Zanonato, di accogliere questo messaggio e quello lanciato dalle migliaia di persone che hanno sostenuto la nostra petizione,” hanno concluso ActionAid e Oxfam Italia.
“Il Governo non può continuare ad ignorare questi segnali ed è necessario che si esprima al più presto in modo chiaro a sostegno del rafforzamento del limite all’utilizzo di cibo e terra per la produzione di biocarburanti, spingendo in Europa per posizioni più ambiziose e lungimiranti rispetto a quelle proposte oggi dallo stesso Parlamento europeo”.
Fonti: ActionAid, Oxfam Italia