foto: Telam
Le piazze saranno sgomberate “gradualmente” e senza spargimenti di sangue: lo hanno garantito i vertici militari dell’Egitto, dove rimane alta la tensione tra sostenitori del presidente deposto Mohammed Morsi e forze dell’ordine. Dopo settimane di sit-in e proteste – che hanno caratterizzato nel paese un insolito Ramadan, dominato dalle vicende politiche – alcune ore fa è scaduto l’ultimatum rivolto dalle autorità agli attivisti della Fratellanza,che sono stati invitati ad abbandonare le piazze.
In mattinata un corteo di fedelissimi di Morsi si è dipanato lungo il quartiere Ramsees, al centro della capitale, tra imponenti dispiegamenti di polizia. Per quest’ultimo, accusato di coinvolgimento con Hamas in azioni contro le forze armate durante la rivolta del 2011, la magistratura egiziana ha deciso di prorogare la detenzione di altri 15 giorni.
Prima dell’intervento, che secondo alcune fonti sarebbe dovuto iniziare all’alba di oggi, ai manifestanti verranno lanciati “nuovi avvertimenti” affinché lascino i presidi di piazza Rabaa al-Adawiya e piazza al Nahda, nella capitale, hanno fatto sapere i portavoce del ministero degli Interni. Una volta iniziato l’assedio, la polizia aspetterà “due o tre giorni” prima di intervenire per disperdere i manifestanti.
Nonostante le rassicurazioni, la comunità internazionale ha gli occhi puntati sul paese dove dalla destituzione di Morsi lo scorso 3 luglio ci sono state oltre 250 vittime negli scontri scoppiati tra forze dell’ordine e sostenitori del presidente e della Fratellanza.