Il governo ha cominciato in via ufficiale a distribuire la “pensione ridotta”, ovvero quella che spetta ai nicaraguensi sopra i 60 anni di età che pur non avendo maturato le 750 settimane di contributi richieste dalla legge per una pensione a pieno titolo ne hanno accumulate 250.
Lo consente, per la prima volta in 20 anni, un decreto del presidente Daniel Ortega, ottenuto grazie alla mobilitazione che per settimane ha visto di nuovi protagonisti di recente i ‘viejitos’ i ‘vecchietti’, riuniti nella Unidad Nacional de Adulto Mayor (Unam); una lotta inedita e portata avanti per otto anni, repressa dall’esecutivo il mese scorso, prima di raggiungere il suo scopo.
Il decreto firmato da Ortega autorizza il pagamento di una pensione del valore compreso fra l’equivalente di 36,6 e 85,4 euro al mese. “È previsto che in questa prima fase ne beneficino poco più di 10.000 persone” ha detto ai giornalisti Porrifio García, presidente della Unam.
Dopo una seria di riunioni con il ministro delle Finanze, governo e ‘viejitos’ si sono accordati sul numero degli aventi diritto, circa 15.000, nettamente inferiore ai 71.000 inizialmente calcolati dall’Inss, l’Istituto nicaraguense di previdenza sociale. La Unam auspica che tutti possano ottenere la loro “pensione ridotta” entro novembre.
Quella dei ‘viejitos’ è stata una protesta singolare, sostenuta con forza dai giovani, come hanno avuto modo di sottolineare alla MISNA fonti della società civile locale.