Il Movimento di liberazione popolare del Sudan-Nord (Splm-N), un gruppo ribelle che combatte l’esercito di Khartoum nelle regioni frontaliere del Sud Kordofan e del Nilo Blu, si è impegnato a non utilizzare e a distruggere le mine anti-persona a sua disposizione.
La decisione è stata messa nero su bianco ieri in Svizzera, dove il segretario generale dell’Splm-N Yasir Arman ha sottoscritto l’“Atto di impegno per l’adesione al bando totale delle mine anti-persona e per la cooperazione nell’azione contro le mine”. Si tratta di un documento messo a punto dall’organizzazione non governativa Geneva Call, che consente l’adesione ai trattati internazionali da parte di attori non statali come i gruppi ribelli.
In Sud Kordofan e nel Nilo Blu il conflitto è ripreso nel 2011, sei anni dopo la fine della Seconda guerra civile del Sudan e in coincidenza con la nascita di uno Stato indipendente del Sud. L’Splm-N sostiene di essere entrato in possesso di mine anti-persona sul campo di battaglia, sottraendole alle Forze armate di Khartoum. Il Sudan aderisce al Trattato di Ottawa, un accordo sottoscritto finora da 160 paesi che vieta l’uso, la vendita e lo stoccaggio delle mine anti-persona. Sia in Sud Kordofan che nel Nilo Blu, però, l’uso di questo tipo di ordigni è stato segnalato anche di recente.