foto da: direttanews.it

“La nostra tragedia va ricordata oltre che per le sue vittime, per il dramma incommensurabile dei sopravvissuti, costretti per due generazioni a sopportare indicibili sofferenze, mutilazioni, menomazioni, discriminazioni. Oggi agli oltre 200mila sopravvissuti della bomba si stanno aggiungendo, e temo aumentino sempre di più, le vittime del disastro nucleare di Fukushima. Ecco perché il mio appello non può non essere che forte e chiaro. Fuori dal nucleare. Adesso. Subito. E per sempre”.

Il sindaco di Hiroshima, Kazumi Matsui ha pronunciato queste parole nel tradizionale discorso della commemorazione dello sganciamento della bomba atomica sulla città giapponese da parte degli Stati Uniti. E’ la prima volta che un sindaco della città martire accosta esplicitamente il nucleare civile a quello militare; infatti uno dei capisaldi ideologici con cui il Giappone ha nuclearizzato la propria produzione di energia era la stretta divisione tra nucleare “buono” e nucleare “cattivo”.

La celebrazione, svoltasi in tutto il mondo, si intreccia in Giappone con la tradizionale festa delle lanterne, di origine buddhista Tōrō Nagashi.