“Abbiamo vinto una battaglia, ora dobbiamo vincere la guerra,” ha dichiarato l’avvocato difensore David Coombs dopo il verdetto che ha assolto Manning dall’accusa di aiuto al nemico. “Oggi è una buona giornata, ma Bradley non è ancora fuori pericolo,” ha aggiunto rivolto ai sostenitori riuniti fuori dal tribunale militare di Fort Meade, nel Maryland. Coombs ha mostrato un cauto ottimismo rispetto alla fase processuale di un mese che determinerà per quanto tempo Bradley Manning dovrà restare in prigione.
Bradley Manning si era già dichiarato colpevole di aver passato informazioni riservate a WikiLeaks. I capi d’accusa di cui il giudice militare colonnello Denise Lind lo ha ritenuto colpevole potrebbero fargli passare più di cento anni dietro alle sbarre. Verrà presentato appello riguardo a cinque di essi, visto che il giudice ha alterato le accuse solo una settimana fa, per adeguarle alle prove presentate dal governo dopo che la difesa aveva concluso le sue argomentazioni.
Amnesty International ha criticato il verdetto e il rifiuto da parte del governo di indagare sui crimini denunciati da Manning: “Le priorità del governo sono capovolte. Nonostante la presenza di prove schiaccianti, si rifiuta di indagare su credibili accuse di tortura e altre violazioni della legge internazionale, ma processa Manning per aver tentato di fare la cosa giusta: rivelare credibili prove del comportamento illegale del governo americano.”
Dopo la sentenza, i sostenitori di Manning chiederanno al generale di divisione Jeffery Buchanan di ridurre qualsiasi pena decisa dal giudice Judge Lind. Verrà lanciata anche una campagna per chiedere al Presidente Barack Obama di graziare Bradley Manning. La settimana scorsa un annuncio di un’intera pagina sul New York Times diceva: “Signor Presidente, Bradley Manning le ha creduto quando, assumendo la sua carica, ha promesso l’amministrazione più trasparente della storia e la protezione degli informatori. Ora è un buon momento per mantenere quell’impegno, iniziando da Bradley Manning.”
Dopo il verdetto la famiglia di Bradley Manning ha diffuso la seguente dichiarazione: “Pur delusi dalle decisioni prese oggi, siamo lieti che il giudice Lind si sia dimostrato d’accordo con noi sul fatto che Brad non ha mai voluto aiutare i nemici dell’America. Brad ama il suo paese ed era fiero di portare l’uniforme.
Vogliamo esprimere i nostri più sentiti ringraziamenti a David Coombs, che ha dedicato tre anni della sua vita a guidare il collegio di difesa di Brad, i suoi difensori dell’esercito, il maggiore Thomas Hurley e il capitano Joshua Tooman, per gli sforzi fatti e il primo avvocato di Brad, il capitano Paul Bouchard, che ci ha aiutato nei primi, confusi giorni e ci ha suggerito il nome di David Coombs.
Ma soprattutto vogliamo ringraziare le migliaia di persone che hanno appoggiato la causa di Brad, dandogli un sostegno finanziario ed emotivo in questo periodo lungo e difficile, in particolare Jeff Paterson, Courage to Resist e la Bradley Manning Support Network. Il loro appoggio ha permesso a un giovane soldato di difendersi contro la potenza non solo dell’esercito, ma anche del governo degli Stati Uniti”.
Nella foto, Bradley Manning viene scortato fuori dall’aula del processo.