Mohamed Brahmi, leader del partito di opposizione della sinistra tunisina Corrente popolare, membro dell’Assemblea costituente e fervente critico del partito al potere Ennahda, è stato assassinato il 25 luglio 2013 a Tunisi, di fronte alla sua abitazione.
Di fronte al secondo omicidio politico dell’anno, dopo quello di Chokri Belaid, assassinato a febbraio, Amnesty International è tornata a chiedere alle autorità tunisine di garantire giustizia e porre finalmente termine alla preoccupante ondata di violenza politica che sta caratterizzando il paese.
“Aver colpito un esponente dell’Assemblea costituente è un fatto gravissimo. Chiediamo che sia subito aperta un’indagine realmente indipendente e imparziale, e che sia fatta giustizia su questi omicidi e su altri attacchi contro esponenti politici diventi una priorità per le autorità tunisine” – ha dichiarato Hassiba Hadj Sahraoui, vicedirettrice del Programma Medio Oriente e Africa del Nord di Amnesty International.
“Finora, le autorità hanno fatto poco o niente per assicurare indagini approfondite e procedimenti nei confronti degli autori degli attacchi contro gli esponenti dell’opposizione, alimentando in questo modo un clima d’impunità e di crescente polarizzazione politica. La stessa inchiesta aperta sull’omicidio di Belaid non ha ancora portato a processo alcun sospetto” – ha sottolineato Sahraoui.
“Le autorità hanno il dovere di proteggere dalla violenza tutti i cittadini, compresi quelli che criticano il governo e il partito al potere Ennahda, e di agire nei confronti degli autori a prescindere dalla loro affiliazione politica. Di fronte alle manifestazioni in corso per protestare contro l’omicidio di Brahmi, sollecitiamo le autorità a non usare forza eccessiva e non necessaria e a garantire che tutti possano esprimere pacificamente e liberamente le loro opinioni” – ha concluso Sahraoui.