L’approvazione definitiva della “Carta dei Diritti e Doveri di Cittadinanza per la Città di Napoli” (www.resetricerca.org/it/news/13-news/112-la-carta-della-cittadinanza-), cui il Consiglio Comunale del capoluogo partenopeo ha dato corso lo scorso 10 luglio, rappresenta allo stesso tempo il punto di arrivo di un itinerario di ricerca ed attivazione molto lungo ed impegnativo e il punto di partenza per il riconoscimento della cittadinanza di fatto e il consolidamento dell’accesso alla sfera dei servizi pubblici e sociali di tutte e tutti quanti vivono nel territorio partenopeo, secondo una visione includente, aperta e plurale della cittadinanza stessa.

Il primo passo di tale percorso può essere datato allo scorso anno, con l’affidamento del progetto di ricerca-azione all’associazione di ricerca RESeT (www.resetricerca.org), uno dei pochi centri studi nel Mezzogiorno in grado di declinare la ricerca scientifica “al di là e contro i luoghi comuni” in termini di capacità di incidere nelle dinamiche sociali e territoriali ed abilità nel costruire gruppi di ricerca i quali, facendo della ricerca-azione uno dei propri criteri di elaborazione, siano anche in grado di accendere fruttuose e positive relazioni sul territorio. Sin dall’acronimo, che sta per “Ricerca su Economia, Società e Territorio”, appare chiara questa vocazione.

Ha così preso avvio un lungo ed appassionante itinerario di studio e di relazione: non tanto di ricerca accademica, quanto soprattutto di capacità di interazione con il mondo dei ricercatori e degli operatori socio-culturali e con la variegata galassia della immigrazione e dei presidi di accoglienza diffusi sul territorio, non solo di Napoli, interrogando tali ricercatori ed esperti sulle dinamiche e le peculiarità dell’immigrazione nel Mezzogiorno, in particolare a Napoli, e ponendosi a confronto e in ascolto con le organizzazioni e le comunità di immigrati sul territorio, per definire i contorni di uno spaccato sociale spesso variegato e complesso, ma anche diffuso e frammentario, del quale non sempre è facile definire il perimetro e il profilo, e del quale è spesso ancora più difficile determinare la mappa delle istanze e la griglia dei bisogni.

Tale percorso, di studio, analisi, confronto, elaborazione e sintesi, è stato reso opportuno non solo dall’esigenza di garantire un carattere inclusivo e partecipato alla ricerca-azione, ma anche dalla necessità di connotare il profilo della ricerca stessa e delle sue finalità: definire una griglia di diritti e doveri esigibili, in base ai quali dare corpo ad un’idea e una pratica coerente di cittadinanza reale e rispondere ai bisogni sociali più stringenti cui l’amministrazione comunale, in quanto attore istituzionale del welfare di prima istanza, è chiamata a dare risposte. Definire i diritti e i doveri di tutti e di tutte e, in particolare, degli immigrati e delle immigrate che vivono nel territorio cittadino, diviene così presupposto necessario perché il sistema dei servizi possa attrezzarsi per offrire risposte sempre più coerenti ed efficaci, nella prospettiva di una piena cittadinanza sociale.

Non a caso, al termine del dibattito in aula, l’intervento del Sindaco di Napoli, Luigi de Magistris (www.comune.napoli.it/flex/cm/pages/ServeBLOB.php/L/IT/IDPagina/22216), ha inteso rimarcare «la grandissima importanza dell’atto per riconoscere diritti civili e sociali fondamentali a persone che non sono clandestini, ma cittadini». Il reato di clandestinità, ha sottolineato de Magistris, è di stampo fascista e per contrastare la legge che lo prevede, come altre leggi ingiuste, approvate, in particolare, nel corso delle passate legislature, le amministrazioni comunali possono fare molto, approvando atti che vadano nella direzione di riconoscere i diritti sanciti dalla Costituzione e dalle Convenzioni Internazionali, atti che non intendono affermare solo un riconoscimento simbolico, ma soprattutto delle istanze cruciali di “soggettivazione” e di “tutela”.

Sebbene la regolazione e la disciplina dell’immigrazione e della cittadinanza siano di pertinenza nazionale e prerogativa saliente del Parlamento, è anche vero che la normativa attualmente in vigore è problematica e lacunosa (come dimostrano le sentenze della Corte Costituzionale n. 222 e n. 223 del 2004) e che gli attori di ultima istanza delle politiche di accoglienza e di welfare sono proprio le Città: come Napoli, terminale e transito, in Italia ed in Europa, delle rotte dei migranti, che lancia ora la sfida per lo “ius soli” (www.interno.gov.it/mininterno/export/sites/default/it/temi/cittadinanza /Ius_soli.html)  alle forze politiche e al Parlamento nazionale.

RESeT: Ricerca su Economia, Società e Territorio

www.resetricerca.org/scaffale/4-tutte-le-sezioni/5-volontariato-e-terzo-settore

 

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