Inizierò con una breve introduzione per spiegare perché abbiamo voluto chiamare così questo workshop.
Innanzitutto si osserva come da più fonti – di tipo economico – si parla di una situazione “economica” e delle sue conseguenze paragonabili a quelle di una guerra: non sto parlando del “Partito Comunista dei Lavoratori” o cose del genere ma di
Confindustria:
http://www.corriere.it/economia/12_giugno_28/confindustria-crisi-come-guerra_8f70e77c-c0fc-11e1-a4a5-279d925cad5b.shtml
Ed Abi:
Dell’Aspen Insititute…
Dicono che “è come quello che è successo nella seconda guerra mondiale” o anche “peggio di quello che è successo nella seconda guerra mondiale”… tutta una serie di metafore in cui si parla della guerra come “conseguenze”, ma la crisi stessa continua ad essere presentata come una normale crisi economica di tipo “ciclico”, scatenatasi a partire dall’esplosione finanziaria del 2008… e – per giustificare il fatto che sta colpendo in particolare il nostro paese – il massimo che i mezzi di informazione riescono a fare è tirare in mezzo il “debito pubblico” troppo alto e tutta una serie di altri luoghi comuni.
In definitiva la colpa viene data soprattutto alla casta politica corrotta, che ha speso troppo indebitando il paese. Come se uno stato fosse come un’azienda o una famiglia che se si indebita “fallisce”.
Senza voler mettere in discussione gran parte della corruzione della classe politica, né tantomeno volerla difendere, è sbagliato lasciar intendere che tale corruzione consistesse in un semplice arricchimento personale o del proprio partito ottenuti – ci dicono – sperperando cifre inaudite in un “clientelismo” improduttivo che ha indebitato lo Stato.
A nostro parere la corruzione è ben altra, non ha a che vedere con l’aver speso troppo, ma con l’aver preso decisioni contrarie all’interesse generale della Nazione. Forse più che di corruzione sarebbe opportuno parlare di tradimento. A questo proposito il titolo del libro di Nino Galloni “Chi ha tradito l’economia Italiana” è particolarmente calzante. È un vero tradimento: un conto è uno corrotto che guadagna qualcosa, facendo la cresta – e non dico che vada bene – però è molto diverso qualcuno che non fa la cresta direttamente, ma tradisce e guadagna sul tradimento! Io penso che sia un altro ordine di grandezza.
Ormai molti economisti onesti (tra cui Nino Galloni, Alberto Bagnai, Gennaro Zezza, Claudio Borghi, che anche se è di un’area politica diversa dalla nostra è molto onesto nel raccontare la situazione e tanti altri) ci spiegano che il nostro debito pubblico è esploso negli anni Ottanta a causa del divorzio tra la Banca d’Italia e il Tesoro… quando di fatto abbiamo cominciato a perdere sovranità monetaria a causa di un vero e proprio minigolpe (definito in modo non tanto diverso dallo stesso Beniamino Andreatta, che ne fu l’autore)… E gli stessi economisti ci spiegano anche che in condizioni di sovranità monetaria tale debito (o anche un debito superiore) non sarebbe comunque un problema (Giappone & Co).
Queste sono solo alcune delle tante menzogne che ci vengono raccontate e lo scopo di questo incontro non può essere quello di svelarle tutte (ci sono ottimi libri a proposito: “Misteri dell’Euro, misfatti della finanza” di Galloni (2005!) ,“Il Tramonto dell’Euro“ di Alberto Bagnai e soprattutto “Chi ha tradito l’Economia Italiana”, sempre di Galloni che in particolare spiega tutto il percorso del capitalismo italiano e della politica pre-anni Ottanta – è veramente molto interessante e dà punti di vista che fanno capire come si potrebbe uscire da questa situazione. Ci sono ormai anche numerose altre fonti che con sfumature diverse danno tutti gli strumenti di comprensione della situazione attuale.
L’impostazione dell’incontro di oggi è quella di tentare una sintesi interpretativa del fenomeno che stiamo vivendo, per renderci conto fino in fondo della sua gravità: per renderci conto che siamo in mezzo a una vera e propria guerra non molto meno violenta di quelle tradizionali – anche se viene combattuta con mezzi più sofisticati e forse meno virulenti – e che al centro di questa guerra c’è l’Euro per come è stato concepito. L’Euro e tutte le istituzioni che gli girano intorno.
Propongo di fare lo sforzo di vedere la situazione che stiamo vivendo da una prospettiva diversa da quella a cui siamo abituati.
Visto che oltre che da noi soprattutto in Grecia e in Spagna e Portogallo le conseguenze che si stanno osservando sono molto simili a quelle di un conflitto bellico (strade con auto abbandonate… situazioni da far mancare il fiato), proviamo a vedere se ci sono altri tipi di analogie per descrivere il fenomeno che stiamo vivendo.
Le guerre in genere si combattono per imporre la sovranità di alcuni paesi su altri, potendone così sfruttare le risorse economiche e asservirne la popolazione.
- Non è forse quello che è successo in Grecia? Con l’imposizione di condizioni durissime da parte della Troika in cambio di “aiuti” che in pratica servono solo a ridare soldi alle banche creditrici: lo strozzino che ti dà i soldi per pagarlo in cambio del fatto che tu chiuda bottega… e continuano a dirci che sono aiuti.
- Non è forse quello che sta succedendo in Spagna (sfratti dopo la bolla immobiliare) e in Portogallo?
- Ma parliamo un attimo di noi italiani: non vi sembra che una “lettera” da parte di entità esterne al paese – e senza nessuna legittimazione democratica – che detta condizioni al governo del paese stesso sia assimilabile a una richiesta di “resa”? La famosa lettera della BCE che ci è stata raccontata come una sorta di collezione di consigli… ma che di fatto ha portato alla caduta del governo con tutta una serie di meccanismi che hanno avuto somiglianze a fenomeni bellici.
- Indipendentemente dal giudizio (ovviamente pessimo da parte del Partito Umanista) sui governi di Berlusconi, non possiamo non osservare che il governo dei “tecnici” è stato imposto da fuori, riuscendo ovviamente ad ottenere una legittimazione formale da parte del Parlamento – nel senso che “formalmente” non si può dire che sia stato un colpo di stato – ma con tutti quelli che lo appoggiavano che continuavano a dichiarare che lo facevano perché non c’era altra scelta… (come è possibile?). Il Mantra è “Ce lo chiede l’Europa” e sembra quasi che questa Europa ci chieda sempre cose giuste. La cosa pazzesca è che questo “Ce lo chiede l’Europa” venga sempre ammantato di verità e giustizia: se ce lo chiede l’Europa deve essere per forza qualcosa di giusto, per il nostro bene! Dobbiamo farlo anche se non vogliamo!
- A me sembra che tutto questo sia un po’ inquietante!
Cercando di sintetizzare e di proporre una analisi politica possiamo affermare che di fatto stiamo assistendo a un attacco diretto all’assetto degli stati democratici così come li abbiamo vissuti dal dopoguerra ad oggi.
In particolare il progetto dell’Europa dei Popoli, dell’Europa Socialdemocratica formata da Stati costituzionali, fondati sulla Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo – che fu una delle grandi conquiste del dopoguerra.
- Bisogna tener conto che, dal dopoguerra fino alla caduta del muro di Berlino, l’Europa “socialdemocratica” è servita al mondo capitalista per fare da cuscinetto verso la cortina di ferro… occorreva mostrare un capitalismo dal volto umano.
- Nel ’71 gli Stati Uniti (Nixon) rompono unilateralmente i patti di Bretton Woods interrompendo la convertibilità in oro del dollaro.
- Negli anni Settanta negli Stati Uniti inizia una restaurazione del potere del grande capitalismo – fino a quel momento c’erano state politiche che si potrebbero chiamare fortemente keynesiane, con un aumento del welfare state e anche del livello di democrazia. Ma negli anni Settanta inizia una vera e propria “restaurazione” (Chicago Boys – fine delle politiche Keynesiane – Neoliberismo)
- All’Europa viene concesso più tempo (forse a causa della sua posizione nella guerra fredda?) ma già all’inizio degli anni Ottanta le cose cominciano a cambiare (per esempio da noi col divorzio tra Banca d’Italia e Tesoro).
- Il binomio Thatcher – Reagan è l’epicentro del fenomeno di marginalizzazione internazionale dell’intervento statale, soprattutto per quanto riguarda il Welfare State.
- In generale da noi inizia un attacco alla classe politica attraverso l’associazione con una generalizzata corruzione e un generalizzato “clientelismo” . Si inizia a proporre il paradigma che la classe politica in quanto corrotta per sua natura non deve poter controllare l’economia – meglio lasciare il controllo al Mercato. Questa viene proposta come una vera e propria ideologia quasi di tipo religioso, diffusa anche attraverso la cultura pop degli anni ’80 (yuppismo, tutti manager, abbondanza per tutti col mercato) – un vero e proprio martellamento “psichico” di questi temi negli anni Ottanta.
- È evidente (indipendentemente dai reali livelli di corruzione dei singoli politici) che si è trattato di un vero e proprio attacco ideologico, che in definitiva non si è scagliato contro i politici, ma contro la sovranità democratica dello Stato (siccome la democrazia è controllata dai politici che sono corrotti è meglio instaurare una Plutocrazia o meglio una Mercatocrazia in cui gli strumenti più potenti di esercizio della sovranità (quelli monetari) non siano più a disposizione della “Casta”.
- Ciò ha prodotto un’esplosione del debito pubblico a causa di questo tipo di operazione (il divorzio tra la Banca d’Italia e il Tesoro ha prodotto tassi di interessi a fronte di emissione di moneta attraverso titoli di stato non più calmierati dalla Banca Centrale e quindi preda della speculazione). A un certo punto si è arrivati ad emettere titoli a un tasso di interesse del 20% e questo ha prodotto un’esplosione del debito pubblico, non certo a causa di un eccesso di spesa. La spesa non è aumentata, sono aumentati semplicemente gli interessi. E sappiamo che siccome gli interessi producono una crescita di tipo esponenziale nel giro di pochi anni hanno prodotto il raddoppio del debito pubblico.
- Debito pubblico che una volta esploso è stato usato “strumentalmente” per screditare ancor di più il sistema politico in quanto tale. “Corrotti e spendaccioni!”
- Alla fine degli anni Ottanta, col crollo del muro di Berlino, non c’è più bisogno di un cuscinetto europeo tra il mondo capitalista e quello ormai ex-socialista. Anzi. L’Europa del Welfare, il modello di capitalismo dal volto umano diventano un cattivo esempio, un vero e proprio ostacolo al trionfo del grande capitale internazionale che sta cercando di impossessarsi finalmente e definitivamente del mondo in fase di globalizzazione. Una sorta di ultimo baluardo di un mondo che si vuole decretare come finito “Ma guarda gli europei che pretendono ancora la sanità pubblica, l’istruzione pubblica gratuita, come sono socialisti – ma sono pazzi? Le cose bisogna comprarsele: devono essere privatizzate”.
- Ecco allora – e arriviamo finalmente alla “guerra dell’Euro” – che grazie a tradimenti e a vari tipi di infiltrazione (tutto sommato già ben documentati a livello storico) si opera affinché il Parlamento Europeo perda sempre più potere e sempre di più ne assumano organismi non eletti democraticamente (e quindi più manipolabili da parte degli interessi in questione) come la Commissione Europea.
- Dal trattato di Maastricht in poi prevale un modello di Europa totalmente ideologizzata, anzi catechizzata sui parametri del neoliberismo più sfrenato.
- L’Euro viene deliberatamente architettato senza i necessari meccanismi di redistribuzione fiscale, di armonizzazione di area monetaria, di convergenza economica finalizzata al mantenimento e al miglioramento del tenore di vita della popolazione.
- Si tratta di un meccanismo strutturato per mettere i paesi in competizione tra di loro. Una bomba ad orologeria che a detta dei suoi stessi creatori (es. Prodi) avrebbe prodotto una vera e propria crisi di sistema.
- La scusa era che questa crisi avrebbe a un certo punto obbligato tutti “a prendere le decisioni giuste che altrimenti non si sarebbero potute prendere”. Dicevano che “alla fine questa grande crisi avrebbe obbligato a prendere le decisioni che avrebbero portato a una vera Europa dei Popoli”.
- Di fatto però questo meccanismo a orologeria è esploso con la detonazione della crisi del 2008 e quello che ha prodotto è stato un conflitto tra i paesi del nord e del sud dell’Europa.
- L’asimmetria economica tra l’ex area del marco e i paesi mediterranei ha portato inevitabilmente a un indebitamento di questi ultimi verso i primi a causa di un sempre maggior disavanzo commerciale.
- È diventata una vera guerra quando ci si è irrigiditi (per il caso greco) sui parametri di Maastricht – nonostante in passato ci fossero state significative violazioni da parte di paesi importanti (Germania) – e si è deciso di non intervenire per il salvataggio della Grecia (sarebbero bastati pochi miliardi) per farne un “esempio” di come non ci si deve comportare – non è giusto che chi ha debiti sia aiutato gratis! Galloni: sarebbero bastate poche centinaia di miliardi rispetto a diverse migliaia che si stanno bruciando ora.
Si sarebbe potuto gestire la situazione in modo semplice, ma di fatto si è scelto di farla scoppiare.
- Di fatto i greci sono stati e sono tuttora sottoposti a una vera e propria occupazione da parte della Troika (Commissione Europea + BCE + FMI) (che evidentemente fa gli interessi dei paesi nord-europei, capitanati esplicitamente dalla Germania).
- L’Euro c’entra perché l’aver instaurato un regime di cambio fisso in un’area economica non convergente senza aver prima messo a punto eventuali meccanismi di compensazione ed armonizzazione, ma anzi avendo creato meccanismi di esasperazione della competizione all’interno dell’area monetaria non poteva che produrre uno sbilanciamento permanente dei saldi commerciali e l’indebitamento (soprattutto privato, ma anche di titoli di stato) di alcuni paesi verso altri.
- In più è stata creata una BCE senza i veri poteri di Banca Centrale e senza nessun tipo di controllo politico, con l’esasperazione del principio dell’indipendenza della BCE come se si trattasse del quarto potere della democrazia (ma dove sta scritto nelle Costituzioni ?!?). Chi l’ha detto che la banca centrale deve essere indipendente? È un dogma neoliberista inoculato nel DNA dell’opinione pubblica a tradimento e senza nessun fondamento giuridico – un tradimento di tutti i principi fondativi degli stati moderni. Proprio una cosa che non si può vedere. Una Banca Centrale non controllata e con il solo compito di contenere l’inflazione (visto che alla crescita illimitata ci pensa il mercato). Fede nel mercato! La Banca Centrale deve contenere l’inflazione perché sennò gli Stati spendaccioni producono l’inflazione della Repubblica di Weimar e mandano tutto in crisi.
- In questo momento sembra che ne stiano uscendo vincitori i popoli del nord. Ma di fatto possiamo osservare che anche in quei paesi il livello di povertà è aumentato (come succede in tutte le guerre).
- Forse le élite del nord ci stanno guadagnando, ma i popoli sono sempre più tartassati, anche perché per mantenere l’asimmetria sono stati ridotti i salari e depressi i consumi interni – politiche che hanno scaricato l’aumento di competitività sul popolo. Però gli è stato raccontato è che la colpa è che quelli del sud spendaccioni e pigri dovevano essere aiutati, obbligando i governi del nord a far stringere la cinghia ai propri cittadini. Questo è solo uno dei tanti esempi del fatto che Tutti i popoli, sia quelli del sud che quelli del nord, sono colpiti da vere e proprie “psicobombe”
- Noi siamo terrorizzati dall’immagine debito pubblico “che sarà ereditato dai nostri pronipoti” – il male – quando gli economisti ci spiegano che del debito pubblico bisognerebbe analizzare la parte interna e quella esterna, e che in realtà pesa di più quello privato… ma no, il debito pubblico ci viene proposto come il male in sé!
- dal ritorno alla “liretta” che svalutandosi farà decuplicare(!!!!) i prezzi del carburante, generando carestie e carneficine, nonché un’inflazione che la Repubblica di Weimar in confronto non è niente. Che ci vorrà una carriola di soldi per comprare un gelato! Ti producono questa immagine con una violenza tale da farti passare subito ogni possibile immagine di uscita dall’euro. Aggiungendo toni emotivi alterati e accusando di follia chi propone la cosa.
- Oppure – e qui andiamo in un campo più sottile – ci convincono della corruzione che abbiamo come popolo di evasori, prepensionati e bamboccioni fannulloni che in qualche modo ci rende colpevoli e meritevoli di essere controllati da un’”Europa” moralizzatrice e paternalista – meglio di noi – che ci fa fare i compiti per il nostro bene… somministrandoci medicine amare ma necessarie… Questa dei compiti a casa fa venire proprio un vaffa… fateveli voi i compiti! Devi estrarti due litri di sangue e buttarli nel lavandino – è una medicina amara ma necessaria…
- I Popoli del Nord invece sono spaventati, per esempio, dal fatto di dover pagare loro per la lascivia e l’accidia degli improduttivi popoli del sud – la fascia dell’aglio, così ci chiamano – capaci solo di indebitarsi e di lavorare poco. Vere e proprie bombe per metterci l’uno contro l’altro.
(Quando il loro aumento di povertà deriva evidentemente dalle politiche di svalutazione competitiva [sleale] operata dalle loro classi dirigenti utilizzando la repressione del mercato interno e la riduzione dei salari).
Sembrano i cinegiornali dell’Istituto Luce durante la seconda guerra mondiale
- Alla fine nessun popolo potrà uscire vincitore – quello che succede è che andando avanti in questo modo si finirà semplicemente con la fine del modello europeo, quello che invece era interessante: quello dell’Europa dei popoli, del welfare, del convergere in una certa cosa. Certo che non è una cosa automatica, ma è evidente che c’è stato un sabotaggio perché oggi l’Europa è un’altra cosa.
È molto importante rendersi conto di questo processo, perché finché si continua a credere che la colpa della crisi sia la casta corrotta (vabbé, sono corrotti ma ormai di fatto il politico nazionale non è molto più potente di un sindaco, perché se tutte quante le cose gli vengono dette dall’alto non può fare niente: “Io ho solo due miliardi… o li metto qui o li metto lì”; il tema è che la politica riconquisti la sovranità perché oggi così com’è non può fare niente se non essere martoriata).
Poi c’è questo immagine dello Stato – famiglia o dello Stato-Azienda.
Lo Stato! Una famiglia non è sovrana, lo Stato sì, per cui il paragonare lo Stato a una famiglia o a una azienda è negarne la sovranità, è un tradimento della Costituzione – è alto tradimento! Perché è la lesione della sovranità dello stato – è una cosa gravissima. Perché è logico che se lo Stato è come un’azienda a quel punto dipende dai mercati. Però peccato che lo Stato sia sovrano: comunque ha l’esercito, dovrebbe avere una certa sovranità monetaria, applica la legge, ha anche il monopolio giuridico della violenza. Tutto questo è ridotto a uno stato-famiglia che si è indebitato e deve ripagare i debiti.
Finché ce la prendiamo con falsi nemici continueranno a “farci neri” e questo processo di demolizione degli stati democratici andrà avanti.
In sintesi, il sistema politico è evidentemente in crisi a causa della “corruzione”, ma invece di proporne una evoluzione per permettere un reale controllo da parte del popolo si cerca di buttare via il bambino con l’acqua sporca (o addirittura tenendoci l’acqua sporca), mettendo tutto in mano ai Mercati, benevole divinità [Gad Lerner: questa entità che chiamiamo “i Mercati” ] sovranazionali e sovrumane che dovrebbero riversare fiumi di benessere verso tutti in cambio di necessarie offerte: le liberalizzazioni, le privatizzazioni, l’eliminazione dei dazi, la perdita di ogni briciolo di sovranità monetaria. In sintesi un alleggerimento della sovranità dello Stato fino a renderlo un simulacro del passato e a farne un semplice “Stato-Azienda” o peggio ancora appunto “Stato-Famiglia” privato appunto della propria sovranità e quindi completamente e definitivamente in balia di quei Mercati, pseudo-divinità che a quel punto hanno potuto finalmente rivelare il loro vero volto.