Nella seduta dell’8 luglio 2013 si è discusso, piuttosto a lungo, sulla delibera che istituisce il registro delle “dichiarazioni anticipate di trattamento sanitario” (cioè testamento biologico).
Questa delibera raccoglie la volontà di quei cittadini che hanno sottoscritto ben due proposte di iniziativa popolare e un’analoga proposta di iniziativa consiliare.
La delibera originale (che sintetizza le tre proposte) è stata molto annacquata a causa del parere della Segreteria Generale, che ha sollevato dei dubbi relativi ad una possibile violazione della “privacy”.
Il testo originale prevedeva la possibilità, per i cittadini di depositare, presso un ufficio specifico del comune, le proprie volontà relative:
- ai trattamenti medici riservati al paziente che non sia in grado di esprimere la propria volontà;
- alla dispersione o meno delle proprie ceneri;
- alla donazione degli organi;
Di fronte ai dubbi della Segreteria Generale (e anche dei “cattolici” del PD) la delibera prevede che il comune custodisca SOLO le dichiarazioni che indicano dove è stato depositato il proprio “testamento biologico”.
Si è quindi raggiunto un compromesso al ribasso che accontenta tutta la maggioranza ed anche una parte della minoranza.
Mi chiedo come mai molte città abbiano già istituito da tempo il vero e proprio registro delle dichiarazioni relative al proprio “fine vita” senza che a livello nazionale sia stato sollevato alcun problema.
Nonostante questo una parte del centrodestra ha cercato di boicottare la delibera, ritenendola o inutile o non legittima.
Nella mia dichiarazione di voto ho sottolineato i due punti qualificanti di questa delibera:
- il fatto che sia “di iniziativa popolare”; un atto , quindi nell’ottica di quella partecipazione che è stata centrale nel programma di Pisapia;
- la sua collocazione all’interno dell’autodeterminazione dei cittadini e delle cittadine, che ha origine fondamentalmente nella democrazia moderna ed è stata centrale per il movimento delle donne, che ha fatto dell’autodeterminazione la sua rivendicazione principale.
Alle 22,30, per mancanza del numero legale, la seduta si è chiusa senza poter votare la delibera, che sarà approvata giovedì prossimo.