La lotta all’evasione fiscale sinora condotta si è dimostrata un fallimento: oltre al danno tocca subire anche la beffa. Il povero cittadino italiano, soprattutto se pensionato o lavoratore dipendente, oberato di tasse che si ‘mangiano’ una bella fetta di quello che guadagna con il suo lavoro, è costretto, da uno Stato inefficiente a compensare in prima persona un’evasione fiscale di proporzioni gigantesche.
Per Lista Civica Italiana la lotta all’evasione fiscale non si combatte solo riformando profondamente il sistema fiscale secondo l’Articolo 53 della Costituzione (ovvero in modo progressivo in rapporto alla capacità contributiva effettiva), ma anche adottando una serie di misure specifiche, come ad esempio il ripristino delle norme sul falso in bilancio, l’inserimento del reato di autoriciclaggio, la semplificazione dei sistemi per il calcolo delle imposte e facendo partecipare di più i cittadini alle scelte pubbliche grazie alla democrazia diretta.
Per Lista Civica Italiana la lotta all’evasione fiscale deve costituire uno dei primi punti dell’agenda di governo. Secondo quanto infatti riportato dai documenti consegnati alla commissione Finanze della Camera dal ministero dell’Economia, dal 2000 al 2012 sono stati evasi 807,7 miliardi di euro e di questi lo Stato ne ha recuperati solo 69,1. In teoria si dovrebbero reperire ancora 545,5 miliardi, di cui però 107,2 miliardi riguardano aziende in fallimento, dunque più difficili da riscuotere. Secondo le analisi la maggior parte dei debitori deve corrispondere all’agenzia delle Entrate una cifra pari o superiore a mezzo milione di euro. Il dato più scoraggiante è constatare che circa l’80% degli evasori la fa franca. Come si può chiedere ancora soldi ai cittadini, tramite nuove tasse dirette e indirette, quando il sistema tributario fa acqua da tutte le parti?Considerato che sono i grandi evasori checon maggiore facilità riescono ad eludere le maglie del fisco, sarebbe davvero il caso di stringerle queste maglie, affinandole armi, ormai spuntate, di cui si serve lo Stato per recuperare i crediti che gli spettano.
Numerosi studi dimostrano infine che quando i cittadini sono coinvolti nella gestione della cosa pubblica grazie alla democrazia diretta, pagano più volentieri le tasse.