Rafael Edwards disegna, dipinge, modella, fotografa il mondo e la materia dal punto di vista dell’Umanesimo Universalista. Il suo percorso artistico si può conoscere su: http://www.rafaeledwards.com.
In particolare le sue foto sono qui: http://www.flickr.com/photos/rafa2010/collections/
Ho incontrato “il Rafa”, come lo chiamiamo abitualmente tra amici, nello spazio virtuale, dove ci frequentiamo da tanto tempo; ma l’ho incontrato pensando ai momenti reali che abbiamo condiviso, in Cile e in Italia, nel corso degli ultimi trent’anni.
Rafa la tua vita artistica e umanista è in relazione con I Principi di Azione Valida; a partire da quei vecchi disegni a china in bianco e nero; qual’é la relazione tra te e i principi?
I principi (che si trovano espressi da Silo nel suo libro Lo Sguardo Interno, ora inserito nel Messaggio di Silo) guidano la mia vita da molto tempo.. Forse, all’inizio, erano qualcosa di simile a “utili consigli” e cercavo di applicarli nella misura in cui riuscivo a ricordarli. Poi sono accadute alcune esperienze significative su come funzionava questa faccenda; e poi altre: si guadagna in libertà e si supera la sofferenza. E quell’esperienza non si cancella. Come imparare ad andare in bicicletta; anche quando non sei in bicicletta lo sai lo stesso. E, soprattutto, man mano che quell’esperienza si accumula.
Molti anni fa feci dei disegni a china che allegorizzavano questi principi, per metterli su un foglio e tenerli presenti. Poi abbiamo pubblicato quei disegni in un calendario e, nel tempo, altri amici li hanno usati, credo con un proposito simile.
Posso dire con certezza che i principi hanno cambiato la mia vita. Prima correvo dietro a un miraggio, la compensazione della sofferenza, o del nulla. Oggi mi sento ogni giorno più vicino al mio “centro”, a un senso profondo nella vita; e quelle frasi hanno avuto molta influenza nell’apertura di quei nuovi cammini.
Alla stessa maniera posso dire con certezza assoluta che se noi esseri umani prendessimo sul serio questi principi il mondo sarebbe altro. Cambierebbe profondamente la direzione, si vivrebbe in pace, in armonia tra tutti. Sono infinitamente più trascendenti e potenti di qualunque proposta politica o religiosa. Sono un regalo di Silo, un regalo di cui profondamente lo ringrazio. Così mi sono riproposto di diffonderlo in ogni foma possibile in modo che anche altri abbiano l’opportunità di ringraziare; sto in questo. E in questo starò.
L’eterno dilemma dell’artista impegnato: l’ispirazione o il messaggio? Le due cose insieme?
Fino a un po’ di tempo fa c’era una dicotomia tra le due cose. Io sentivo che dovevo “essere utile” alla causa e porre l’arte al suo servizio. Mi sono dedicato a realizzare immagini che illustrassero la dottrina, l’umanesimo: copertine di libri, manifesti, campagne elettorali… Poi ho passato una decina di anni a fotografare le nostre attività, per avvicinare il nostro progetto al mondo. Mi sono dedicato a fotografare anche la vita quotidiana, nelle strade. Andavo sempre in giro con una macchina fotografica.
Ho sentito che potevo esprimere così la mia critica al mondo attuale, le contraddizioni, l’assurdo. Era un’attività che mi attraeva, che mi metteva “nel mondo” e che sviluppava il mio lato sociale, per chiamarlo così. Ma non ho saputo farlo con poesia.
L’ispirazione dove stava? Appariva ogni tanto, come appare in un’esplosione di emozioni mentre ascolti una fuga di Bach, o mentre ammiri un tramonto fiammeggiante o in un sogno pieno di significati. Ma era un’ispirazione passiva. Ogni tanto potevo sentire questi “segnali” di qualcosa di più profondo, senza sapere come arrivarci da solo. Nel 2000 abbiamo formato con amici di vari paesi il gruppo “Antoja”, un gruppo di artisti occupati a esplorare il mondo interno. E’ stato molto buono, molto interessante, scambiarsi opinioni, produrre insieme, esplorare e imparare dagli altri. Il nostro sguardo stava nello sviluppo di un “arte trascendentale” (come la chiamammo), un’arte che portasse alla trasformazione positiva dell’essere umano, opposta all’”arte catartica” che ci sembrava la tendenza di quest’epoca. Ma solo qualche anno dopo ho cominciato a integrare la mia arte con una ricerca del profondo, del sacro; e a cercare di tradurre in immagini queste esperienze. E questo non ha a che vedere con il “che fare” dell’arte ma con quel tipo di esperienza che si sta avendo. Così mi sono ricordato di alcune cose che mi diceva Silo tanti anni fa a proposito dell’arte: “l’arte è assolutamente inutile… però non c’è mai stata società senza arte”, e rispetto alla mia ricerca: “se coltivi il vuoto la tua vita si trasformerà”. Questi insegnamenti sotto forma di paradossi mi hanno molto orientato. E ancora sto cercando di imparare la relazione tra l’arte e il sacro, tra l’arte e la “coscienza ispirata”.
Dicotomie:il successo e l’impegno; I soldi e la coerenza; sei d’accordo? Che atro?
Dipende da come definisci le cose. Successo può essere uguale a fama, prestigio, denaro ecc… O può anche essere coerenza, libertà, amore. Per me sono queste ultime. E se c’è anche benessere materiale ed apprezzamento da parte degli altri va bene, queste cose possono apparire durante la strada, ma non sono la strada.
Nella vita pratica cerco di non essere un artista di successo. Così mi sento abbastanza libero. Libero di sbagliarmi, di giocare senza ottenere nessun risultato. Vivo con le illustrazioni che non sono arte ma tecnica; lavoro abbastanza per vivere senza problemi è posso dedicare il resto del tempo a questa arte inutile, sconosciuta, schiva e ispiratrice.
In che temi sta il Rafa oggi? Cosa ha ancora da esplorare?
Sento che l’asse della mia vita in questa tappa è lo spirituale, tutti i giorni cerco di rispondere a due enormi domande: “chi sono? dove vado?” Quanto a attività e studi faccio parte di una comunità del Messaggio di Silo a Santiago, “Il Leone Alato”; studio vari temi legati all’arte e sto timidamente tornando alla pittura e alla musica ed esplorando alcune cose intorno al tema dei Principi.