Ieri l’Amministrazione Comunale di Milano ha annunciato che l’apposita commissione ha attribuito ampi spazi di una ex scuola di via Marsala per la nascitura “Casa delle Donne”.
È un vero “evento” per Milano: l’unica grande città italiana a non avere sul suo territorio una “Casa delle Donne”.
Chi ha visitato le grandi capitali europee ha potuto, con un misto di stupore ed invidia, imbattersi in interi stabili “istituzionali” creati per accogliere biblioteche, ristoranti, luoghi di incontro, bar, sala di proiezione, bagni turchi…. per le donne.
Milano, governata da troppi anni dal centrodestra dove, peraltro, vivono luoghi storici delle numerosissime associazioni femministe (Libreria delle Donne, Università delle Donne, Cicip & Ciciap, Unione Femminile Nazionale,
L’alveare…) non ha mai avuto una “casa comune”, un luogo di donne che segnasse, anche “istituzionalmente” lo spazio pubblico.
La Casa delle Donne è stata uno degli obiettivi del mio programma elettorale ma, evidentemente, era un desiderio di moltissime cittadine.
Lo dimostra il fatto che tra i “Tavoli” sorti a latere della Commissione Pari Opportunità, quello che aveva come obiettivo di porre l’esigenza di “spazi” per le donne, è stato subito oltre che frequentatissimo anche molto
attivo.
Una quarantina di donne si sono incontrate nelle stanze del “palazzo” in un’infinità di volte.
Partendo innanzitutto dai propri desideri, hanno studiato gli statuti e le caratteristiche fisiche ed organizzative di decine e decine di “Case delle Donne” in Italia e all’estero. Hanno, attraverso dibattiti (anche vivaci) iniziato a mettere per iscritto le caratteristiche indispensabili per una “Casa” che corrispondesse non solo ai desideri di ciascuna, ma soprattutto alle esigenze delle diverse donne che abitano la nostra città.
Quando, per partecipare al bandi indetto dal Comune di Milano, hanno dovuto costituirsi in associazione, in poco tempo sono riuscite a “raccogliere” più di 350 entusiastiche iscrizioni tra le quali oltre 60 associazioni.
Ora che il Comune ha affidato proprio all’Associazione “Casa delle Donne”, il compito di sviluppare ed attuare il progetto presentato, possiamo dire che questa amministrazione (soprattutto grazie alle sue assessore, in
particolare Lucia Castellano e Daniela Benelli) ha fatto un passo avanti verso quella “città delle donne” di cui parlava il programma di Pisapia.
La felicità è grande! Non è vero che nulla si muove! Ora ci aspetta un lavoro enorme per organizzare, arredare, far funzionare gli spazi che tra poco saranno abitati da corpi, linguaggi, immagini, pensieri di donne (e non solo).
Spesso, soprattutto in tempi come questi, è facile essere prese dallo scoramento e dal disinganno.
Oggi però, questo “evento” dimostra che “Cambiare si può” ma si può solo al prezzo di una costante fiducia in se stesse e nei propri desideri.
Le donne di Milano hanno dimostrato con questo “successo” che solo una reale partecipazione attiva può smuovere le montagne…
Da oggi Milano è segnata da un luogo che indica, se ce ne fosse ancora bisogno, che le donne, la loro sapienza, le loro relazioni, le loro differenze, i loro progetti sono la ricchezza di questa città.
Milano: è nata la Casa delle Donne
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