Mercoledì 8 maggio a Palazzo Marino alle 16.00 erano convocate in seduta congiunta le Commissioni Sicurezza e Coesione Sociale con Politiche Sociali.
C’era da discutere il “Piano Rom”, che attua una decisione presa dalla passata amministrazione per investire il denaro stanziato dalla UE per rendere più dignitosa la vita dei Rom presenti a Milano.
In città circolava un volantino sottoscritto da associazioni fasciste e naziste (la chiave era il simbolo della Panzerdivision delle SS che nel ’43 occuparono Milano).
Dopo l’introduzione degli assessori Majorino e Granelli, ho chiesto al Presidente Mazzali di sapere se in aula ci fossero gli autori del volantino, nel quel caso sarei uscita, visto che ritengo che persone che si ispirano non solo al fascismo, ma addirittura al nazismo non potevano essere ospitate in un’aula della rappresentanza democratica.
A quel punto uno dei presenti, l’avvocato Leccisi, si è messo ad urlare facendo il saluto romano.
Allora è successa una vera e propria bagarre. Insulti e grida. Parte della maggioranza è uscita dall’aula. Dopo un po’ i “camerati” sono usciti gridando “Ci rivedremo in piazza!”
I fascisti usano il disagio sociale dei ceti popolari per aggregarli contro i Rom, come se fossero loro i colpevoli della situazione di insicurezza generale. Non credo che accoglierli negli spazi istituzionali sia un modo giusto per sconfiggere questi pericolosi rigurgiti. È difficile in questo momento di disoccupazione, precarietà, mancanza di futuro convincere la gente che con i capri espiatori non si risolvono i problemi, ma è nostro dovere provare a farlo.
Anita Sonego