Ricorre il 15 maggio la Giornata internazionale per l’obiezione di coscienza.
Ha scritto una volta per sempre Hannah Arendt: “Si può sempre dire un sì o un no”.
La prima virtù della coscienza è sapere che solo se tu fai la cosa buona e giusta puoi avere speranza che anche altri facciano lo stesso.
La prima virtù della coscienza è sapere opporsi al male. E quindi a tutte le uccisioni ed a tutte le persecuzioni; a tutte le guerre, gli eserciti e le armi; a tutti i poteri criminali ed a tutte le lusinghe della corruzione; a tutte le menzogne e le violenze; e all’indifferenza, che è già negazione assoluta della regola aurea dell’umana convivenza: prenditi cura dell’altra persona, considera, rispetta ed aiuta l’altra persona come vorresti essere considerato, rispettato ed aiutato tu, prenditi cura dell’intero mondo vivente in cui tu stesso vivi e di cui sei parte.
L’obiezione di coscienza è la forma più profonda di affermazione della coscienza.
Finché anche una sola persona sa dire di no al male per seguire l’appello che la coscienza gli detta, l’umanità è viva, l’umanità è salva.
E’ Antigone la nostra maestra più preziosa.
E’ Antigone che fonda la politica della nonviolenza.
Solo la nonviolenza può salvare l’umanità.
Peppe Sini, responsabile del “Centro di ricerca per la pace e i diritti umani” di Viterbo