L’Assemblea Generale delle Nazioni Unite ha approvato il trattato sul commercio delle armi che, pur non avendo ottenuto il consenso unanime la scorsa settimana, ha avuto il voto della maggioranza degli Stati Membri chiamati oggi a esprimersi sul trattato stesso.
La risoluzione contenente il testo del trattato che regolamenta il commercio internazionale delle armi convenzionali, ha ricevuto 154 voti favorevoli. La Corea del Nord, l’Iran e la Siria hanno invece votato contro la risoluzione mentre 23 paesi si sono astenuti.
L’accordo di oggi segue al fallimento della Conferenza Finale sul Trattato ATT dello scorso giovedì quando si era cercato di raggiungere il consenso generale sul testo da approvare tra tutti i 193 Stati Membri alla conclusione di due settimane di sessione.
L’adozione del trattato è stata ben accolta da diversi ufficiali delle Nazioni Unite tra cui il Segretario Generale Ban Ki-moon che lo definisce come uno strumento fondamentale per prevenire gli abusi sui diritti umani e una spinta ulteriore all’impegno per il disarmo globale e la non proliferazione delle armi.
“E’ un successo diplomatico di portata storica – il culmine di anni di speranze e di sforzi” ha detto il segretario in una dichiarazione rilasciata a seguito dell’approvazione dell’Assemblea. “E’ una vittoria dei popoli”.
L’UNICEF ha accolto l’adozione del trattato come un passo cruciale verso la protezione dei bambini, dato che regolamenta il trasferimento di armi da un paese all’altro.
“Il trattato chiede agli stati di considerare esplicitamente i rischi di possibili violenze su donne e bambini prima di trasferire armi ad un altro paese” ha detto in un comunicato Susan Bissel a capo della commissione Protezione per i Bambini dell’UNICEF. “Questo aspetto è fondamentale considerando che le armi sono una delle cause primarie di morte tra bambini e adolescenti in molte nazioni, inclusi quei paesi che non si trovano in una situazione di guerra”.
Adama Dieng, consigliere alle Nazioni Unite per la Prevenzione del Delitto di Genocidio, ha apprezzato l’inclusione nel trattato del divieto di trasferire armi che possano essere utilizzate per commettere genocidi, crimini contro l’umanità e alcuni crimini di guerra, esortando gli stati ad applicare con urgenza tale proibizione.
“Il genocidio dipende in parte dalla disponibilità delle armi” ha detto Dieng. “Nonostante alcune pecche di questo trattato, la sua adozione rappresenta un passo importante nel cammino per la prevenzione dei genocidi e fornisce un nuovo strumento legale per tutelare coloro che sono più a rischio”.
Il Presidente dell’Assemblea Generale Vuk Jeremiae, ha definito il testo innovativo, concreto ed efficace.
Ha ricordato che nel 2006, gli Stati Membri avevano chiesto all’Assemblea Generale di intraprendere uno sforzo multilaterale per produrre uno strumento vincolante che stabilisse degli standard per il commercio delle armi convenzionali – incluse le navi da guerra, carri armati, aerei da combattimento ed elicotteri d’attacco così come le armi più piccole e le armi leggere.
“Credo personalmente che il testo finale rispetti ampiamente quegli impegni” ha detto il Presidente aggiungendo che la mancanza di un quadro regolamentare di questo tipo di attività “ha costituito uno sciagurato contribuito ai conflitti, le instabilità regionali, le deportazioni di persone, il terrorismo e il crimine organizzato trans-nazionale”.
Il testo pone un limite alla presenza di armi nei paesi del mondo in via di sviluppo specialmente in quelle aree colpite dalle guerre con la sfida di uno sviluppo sostenibile e la salvaguardia dei diritti umani, ha infine aggiunto Jeremiæ.
L’Ambasciatore della conferenza ATT, l’australiano Peter Woolcott, ha dichiarato che “la conferenza aveva quasi raggiunto l’obiettivo” ed ha esortato tutte le delegazioni a “lavorare con impegno e in modo costruttivo e cercando il successo del dialogo” aggiungendo che gli interessi e prospettive diversi della conferenza hanno richiesto un duro lavoro su temi complessi.
Per Woolcott ciascuna versione del testo costruita su versioni precedenti ha rappresentato “una giusta espressione del dialogo e del compromesso trovato fra diversi interessi nell’aula della conferenza, consentendo di trovare il consenso al termine della conferenza finale”.
Una volta che il testo era stato rifiutato lo scorso giovedì, uno Stato Membro aveva introdotto una bozza di risoluzione all’Assemblea Generale la stessa sera.
A differenza della Conferenza, in cui tutti i 193 Paesi Membri dovevano accordarsi sul testo finale, l’Assemblea delle Nazioni Unite aveva bisogno della sola maggioranza o di 97 voti per far passare il testo. Il trattato entrerà in forza 90 giorni dopo essere stato ratificato dal 50° firmatario.
Il trattato include le seguenti tra le armi convenzionali: carri armati, veicoli da combattimento corazzati, sistemi d’artiglieria di grosso calibro, aerei da combattimento, elicotteri d’attacco, navi da guerra, missili e lancia-missili, armi di piccole dimensioni e armi leggere.
Secondo l’ufficio delle Nazioni Unite per gli Affari di Disarmo, il trattato non interferirà tra quanto segue: il commercio interno di armi o con il diritto di detenere delle armi da parte degli Stati Membri; l’esportazione di tutti i tipi di armi, il diritto all’auto difesa armata degli Stati, le leggi nazionali in vigore in ciascun stato membro a proposito di armi.
Scarica l’ originale dell’articolo dal sito del UN News Centre qui.
Tradotto dall’inglese da Eleonora Albini