Il 15 aprile 2013, il SIPRI (Istituto internazionale di ricerca per la pace di Stoccolma) ha annunciato che la spesa militare del 2012 ha raggiunto i 1.750 miliardi di dollari.
Questo avviene in un momento di crisi finanziaria globale, in cui milioni di esseri umani vivono sotto la soglia della povertà, migliaia muoiono per le guerre, la denutrizione e malattie che sarebbero facilmente curabili e altri ancora perché non possono accedere ai farmaci contro l’AIDS.
Tutto questo è disgustoso e Mondo senza guerra e senza violenza lo condanna nel modo più assoluto.
I mass-media tradizionali ignoreranno ancora una volta queste cifre terribili e mostreranno invece immagini della Siria o della Corea del nord, che serviranno a manipolare l’opinione pubblica occidentale, facendole credere che le spese militari sono un “deterrente” e l’unico modo di garantire la sicurezza.
Politici arrivisti definiranno queste spese “una polizza d’assicurazione contro i nostri nemici”, evitando di precisare che una polizza ti rimborsa nel caso di incidente, ma non impedisce che l’incidente stesso avvenga. Evitano anche di menzionare il fatto che “nemici” come la Corea del nord e l’Iran, contro cui si stanno assicurando, sono in gran parte loro invenzioni per giustificare le spese militari.
L’attuale situazione con la Corea del nord è stata creata dagli Stati Uniti e dalla loro permanente minaccia di guerra nucleare. Davanti a simili minacce le nazioni del mondo coglieranno l’occasione per aumentare le spese militari. Questo si rifletterà senz’altro nelle cifre pubblicate nei prossimi anni.
La sofferenza personale legata alle spese militari
Mentre le spese militari aumentano, si perdono posti di lavoro in altri campi, la disoccupazione cresce, le banche in Europa crollano, la gente viene sfrattata e l’insicurezza personale diventa sempre maggiore. Tutto questo si riflette nel crescente livello di suicidi, nella depressione e nella violenza di tutti i tipi.
Una rivoluzione personale e sociale
La vita su questo pianeta è troppo breve per sprecare tempo nel dolore e nella sofferenza. Come esseri umani, abbiamo bisogno di lavorare insieme per fare una rivoluzione personale e sociale, che cominci con la decisione di trattare gli altri come vorremmo essere trattati e di opporci a chi ci tratta come oggetti. Questa rivoluzione lavora per costruire la pace attraverso la nonviolenza.
Il mondo in cui viviamo continua a imporci ogni tipo di violenza perché noi lo permettiamo, o piuttosto perché non capiamo fino in fondo come veniamo manipolati per accettarlo.
In questa Giornata globale di azione sulle spese militari riaffermiamo la necessità di una rivoluzione nonviolenta. Non è un’impresa facile: le cose possono cambiare, ma prima dobbiamo riconoscere che questo sistema è irrecuperabile, perché pone come valore centrale il denaro e non la vita umana.
Traduzione dall’inglese di Anna Polo