Si moltiplicano le iniziative che mirano a convivere con la crisi dei nostri tempi e che siano allo stesso tempo in grado di tracciare delle vie alternative al modello precostituito. Se per un verso la crisi economica colpisce gravemente la gente e inevitabilmente finisce col modificarne abitudini e maniera di vivere, per un altro, riesce anche ad aguzzare l’ingegno e sollecitare la creatività di chi vuole invece reagire ricercando delle soluzioni per alleviarne il peso. In tal senso, proprio dalla volontà di attivarsi per la comunità nasce l’idea di Dropis; un mercato sociale e un sistema attraverso il quale scambiare beni e servizi senza fare ricorso alla moneta, in altri termini una forma “tecnologizzata” di baratto.
Il Cambiamento ne ha parlato con Sebastiano Scròfina, co-fondatore insieme a Leonardo Dario Perna di Dropis, che in islandese significa “gocce”.
Che cosa è Dropis?
Dropis è una startup fondata per lanciare l’economia del baratto. I dropis sono crediti del baratto, per scambiare beni e servizi senza l’uso di denaro. Non possono essere comprati ma solo guadagnati scambiando beni e servizi con altre persone, su una qualsiasi piattaforma virtuale che li introduce tra le modalità di pagamento/scambio.
Quando, come e perché nasce Dropis?
Dropis nasce circa un anno fa dalla nostra passione per i sistemi monetari alternativi. Per anni siamo stati coinvolti nel movimento delle monete locali, perché crediamo che la povertà non sia definita dalla mancanza di denaro, ma dall’incapacità di essere utili agli altri. Quando il denaro manca, si possono usare mezzi alternativi. Abbiamo lanciato Dropis per facilitare l’incontro diretto tra le persone, tra chi ha capacità produttive e chi ha esigenza di consumo. Il tutto in un sistema di verifica sociale, dove le persone hanno nome e cognome e vengono premiate per i feedback positivi degli utenti.
Quali sono i suoi obiettivi?
L’obiettivo è facilitare lo scambio di beni e servizi senza l’uso di euro e trasformare quindi l’uso dei dropis in una modalità di scambio integrata nella vita delle persone. Dropis è nato per offrire a tutti la possibilità di fare qualcosa di utile. La nostra aspirazione è offrire uno strumento da poter affiancare al denaro, un credito che permetta di scoprire un modo nuovo e più sostenibile di comprare, vendere e produrre.
Come funziona esattamente?
Ci si accede con la semplice registrazione online sul sito www.dropis.com cliccando su “registrati”. La registrazione è gratuita e subito si ha accesso al proprio conto. Una volta attivato il proprio account si può iniziare ad accumulare dropis e utilizzarli sulle piattaforme attive. Uno dei modi per accumulare dropis è offrire beni in baratto o offrire le proprie competenze e servizi durante gli eventi che organizziamo periodicamente, gli swap party o feste del baratto. Ne abbiamo avuti in febbraio, marzo e in aprile. Le persone portano degli oggetti in buone condizioni, gli oggetti vengono valutati da noi, si concorda su una valutazione, e immediatamente viene attribuito il valore in dropis dell’oggetto che si carica online nell’account Dropis. Il credito può essere speso in parte o totalmente dalla persona nell’evento stesso, durante le feste del baratto, se si è interessati ad altri oggetti portati da altri utilizzatori, o altrimenti in seguito in altre occasioni.
Come ha risposto sinora la gente alla vostra iniziativa?
Nei primi eventi pubblici organizzati da Dropis abbiamo avuto un buon riscontro, c’è fortissimo interesse visto il periodo di crisi e tanta gente si è avvicinata, ha chiesto, ha voluto informarsi ed è interessata ad attivarsi. Abbiamo oltre un centinaio di account attivati, parecchi dropis già emessi e quasi 3000 persone che si sono iscritte alla mailing list.
Quali sono le piattaforme da utilizzare per beneficiare del network di Dropis?
Al momento i dropis possono essere utilizzati su Sfinz, una piattaforma in cui si può mettere a disposizione il proprio know-how anche non specializzato; su Swap Club; la social community dove scambiare e barattare vestiti e accessori come borse, scarpe, cinture; sul mercatino online Balabik; ViaggiaInsieme, per la condivisione di passaggi in auto. Ma già ci sono altre realtà, tra cui BedyCasa, piattaforma per l’ospitalità, e Jenuino, che dalla Maremma avvicina i consumatori ai produttori agricoli, che hanno espresso il loro interesse ad entrare nella rete.
Ci sono dei rischi? Eventuali frodi? Cosa può rassicurare l’utilizzatore che magari diffida dall’approcciarsi a questo nuovo sistema?
Ogni pagamento è tracciato, la sicurezza quindi è massima. La cosa migliore è prendere confidenza portando pochi oggetti agli eventi e facendoli valutare, poi ci si prende la mano
Inevitabile chiederlo, creare questa piattaforma, quindi qualcosa di utile per la comunità come si concilia con il vostro modello di business, in breve che rientro avrete dal Dropis?
Al momento non c’è alcun introito, speriamo che l’estensione della piattaforma possa, a tendere, interessare sempre più e possa attrarre anche il circuito dei negozi che in quest’epoca molto spesso restano con dell’invenduto. Questo magari potrebbe permettere a Dropis di attribuirgli degli spazi con cui facilitare lo scambio e la vendita di merce; si sta pensando inoltre alla pubblicità o abbonamenti premium, in breve realtà o mondi che potrebbero essere attirati da questo mercato sociale. In questo senso è ancora tutto in divenire.
Video dell’evento iSwap: mercatino di abbigliamento e hi-tech, Roma 20 aprile 2013
http://www.youtube.com/watch?feature=player_embedded&v=IXBtbX_rKjM
“La crisi è la miglior cosa che posa accadere a persone e interi paesi perché è proprio la crisi a portare il progresso”. Albert Einstein