Viale Ungheria, remota e abbandonata periferia, è da una settimana in mano a gruppi neofascisti che hanno messo sotto assedio una comunità di Rom rumeni che da alcuni mesi occupa alcuni capannoni abbandonati. Non importa che il Comune abbia deciso da tempo di sgomberare questo insediamento e aprire un centro di accoglienza per avviare percorsi possibili di inserimento. Non importa che questa comunità abbia accettato la proposta del Comune e si appresti a lasciare questo insediamento. Dopo la minaccia delle bottiglie incendiarie della notte tra il 12 e il 13, i sassi nella sera del 15, che hanno ferito due Rom, tornano a essere gli argomenti della “lotta politica” di chi non è capace di esprimere altro.
Se si sopporta che lugubri neofascisti organizzino manifestazioni non autorizzate e spedizioni punitive, paralizzando per giorni una parte di città, attentando alla vita di donne e bambini sotto gli occhi di forze dell’ordine che assistono passivamente al lancio di sassi proprio mentre l’assessore alla sicurezza e la presidente di zona spiegano alla comunità rom i tempi dello sgombero e i possibili percorsi di inserimento;
se la Milano democratica e antifascista sopporta muta e senza reagire la strumentalizzazione di un malessere frutto di una profonda crisi sociale e di una lunga marginalità sociale e culturale e di un disagio per una presenza che non si riesce a sopportare, perché troppo diversa, perché gravata da infiniti pregiudizi, da una discriminazione che è divenuta fisiologica se anche i bambini ai parchi giocano alla “caccia allo zingaro”, non ci sarà rimedio al male profondo che mina il futuro dei nostri figli e non ci sarà prospettiva diversa dall’emarginazione e dall’esclusione per le nostre comunità.
La Consulta Rom e Sinti di Milano raccoglie la preoccupazione di tutte le comunità, intraprende azioni legali di tutela, fa un appello al sindaco perché si avvii subito il confronto sul Progetto Rom e Sinti approvato dalla Giunta comunale per risolvere i problemi di tutte le comunità Rom e Sinti di Milano e lancia un appello perché non si lasci spazio ai “boia chi molla”, ricordando alla nostra Milano che noi discendiamo da coloro che proprio i “boia chi molla” portarono 70 anni fa nei campi di concentramento tedeschi e italiani.
Consulta Rom e Sinti di Milano